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Permessi umanitari. Il rinnovo si chiede in Questura

Le precisazioni del ministero dell’Interno. La proroga è automatica, anche chi non fa niente non rischia l’espulsione. Ma è difficile trovare lavoro se la data sul permesso è già passata

Roma – 11 ottobre 2011 – I permessi di soggiorno per motivi umanitari rilasciati lo scorso aprile ai cittadini nordafricani  saranno validi per altri sei mesi. Questo è sicuro. Ma praticamente cosa deve fare chi ne hanno in tasca uno?

Se non fa nulla, può comunque essere sicuro che non verrà espulso. Lo stesso ministro dell’interno ha annunciato venerdì scorso a tutte le Questure la proroga, spiegando che i titolari dei permessi “sono a tutti gli effetti regolarmente presenti sul Territorio Nazionale per un ulteriore periodo di sei mesi”.

È però consigliabile chiedere il rinnovo del permesso. Senza dubbio chi ha intenzione di spostarsi in un altro Paese europeo farebbe bene a portarsi dietro un documento aggiornato, con stampata sopra la reale data di scadenza, perché non è detto, per esempio, che la Gendarmerie sia a conoscenza delle scelte del nostro governo. Anche  a chi rimane in Italia conviene, però, rinnovare il documento.

“Con un permesso aggiornato diventa sicuramente più facile rinnovare l’iscrizione al servizio sanitario e al centro per l’impiego o, soprattutto, trovare lavoro. È difficile che un’impresa o una famiglia sappia che anche se sul permesso c’è scritto che scade a ottobre, in realtà è valido fino ad  aprile” fa notare Giorgio Dell’Amico, del Centro Stranieri del Comune di Modena.

Il Viminale ha spiegato che per il rinnovo si segue la stessa procedura del primo rilascio. La domanda è gratuita e si presenta direttamente in Questura, così come quella per rinnovare il “titolo di viaggio” rilasciato a chi era senza documenti di identità. Le pratiche andranno trattate dagli uffici immigrazione “con la necessaria celerità”, e il nuovo permesso, promette il ministero, arriverà “entro 2/3 giorni dalla data di autorizzazione”.

Un altro fronte su cui sarebbe utile qualche chiarimento è quello delle conversioni dei permessi umanitari. Dato per scontato che chi intanto viene assunto potrà chiedere un permesso per lavoro, la posizione delle Questure non è univoca sul altri tipi di conversioni, come quelle per motivi familiari o di studio.

Scarica la circolare del Ministero dell’Interno

Elvio Pasca

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