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Presentato il primo report “Made in Immigritaly: Terre, Colture, Culture” al centro di aggregazione e legalità di Castel Volturno

Roma, 13 giugno 2024 – Ieri, al Centro di Aggregazione e Legalità di Castel Volturno, è stato presentato il primo report “Made in Immigritaly: Terre, Colture, Culture”, un’indagine approfondita sui lavoratori e lavoratrici immigrati nel settore agroalimentare italiano.

Maria Perrillo, segretaria generale della Fai Cisl di Caserta, ha sottolineato l’importanza e l’impegno del sindacato nel supportare questi lavoratori: “I lavoratori immigrati impiegati in agricoltura nella provincia di Caserta sono 18mila, dei quali il 43% sono donne. Secondo alcune stime, solo 5mila di queste persone sono regolari, ed è su questo che bisogna ancora lavorare molto. Noi facciamo la nostra parte, attraverso la prossimità, raggiungendo i lavoratori nei campi e nelle aziende, attivando la bilateralità per contrastare lavoro sommerso e sfruttamento”.

Il report è arricchito dal contributo di Silvia Omenetto, assegnista di ricerca all’Università La Sapienza di Roma, che ha curato il capitolo dedicato al territorio campano. “Castel Volturno – ha dichiarato Omenetto – è stata definita per molto tempo la capitale del circuito stagionale del lavoro agricolo svolto da mani straniere sul territorio nazionale. La presenza straniera in questa area si è andata progressivamente stabilizzando. Secondo i più recenti dati Istat, il Comune si classifica al primo posto tra i comuni della provincia di Caserta per numero di stranieri residenti, 4.933 al 1 gennaio 2022, che triplicano nei periodi di maggiore richiesta stagionale”.

Anche il Vescovo di Caserta e Arcivescovo di Capua, Pietro Lagnese, è intervenuto alla presentazione, proponendo “la nascita a Castel Volturno di un dipartimento universitario di studi sulla mobilità umana, sugli ‘sfollati ambientali’, persone che emigrano a causa della siccità, della carenza idrica, i cosiddetti ‘migranti climatici'”.

Il segretario generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota, ha concluso i lavori, sottolineando l’importanza del dossier. “Il dossier – ha detto – vuole dare protagonismo ai lavoratori immigrati, alle buone politiche di integrazione, al contributo importante che può dare la contrattazione e l’agire sindacale. Sappiamo che sono almeno diecimila i lavoratori agricoli migranti che vivono in 150 ghetti presenti in 38 comuni e collocati in 11 regioni d’Italia, tra cui la Campania. Le politiche abitative sono uno dei motivi di grande fragilità di queste persone. A questa Regione sono stati destinati oltre 3 milioni nel Pnrr per gli alloggi a lavoratori migranti e i tre Comuni più interessati sono Castel Volturno, San Felice a Cancello e Eboli. Queste risorse vanno utilizzate al meglio, ed è compito anche del sindacato monitorare impegni e azioni”.

L’evento ha messo in luce le sfide e le opportunità che i lavoratori immigrati affrontano nel settore agroalimentare, e l’importanza di politiche di integrazione efficaci e di un impegno costante da parte delle istituzioni e dei sindacati per migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro.

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