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Profughi. Comuni protagonisti nell’accoglienza, si punta sullo Sprar

Accreditamento sempre aperto e incentivi per allargare la rete del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, superando i centri di accoglienza straordinari. I dati del Rapporto Sprar 2015

 

 

Roma – 13 luglio 2016 – La “regola” dell’accoglienza dei profughi in Italia deve essere il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) gestito dai Comuni, che garantisce veri percorsi di integrazione. I centri di accoglienza straordinaria (Cas), che offrono solo vitto e alloggio in tendopoli e strutture reperite spesso faticosamente sul territorio, vanno superati.

Ad oggi, però, la situazione è tutt’altra. Su circa 135 mila persone accolte, si legge nei report del Viminale, 101 mila sono nei Cas, 14 mila negli hotspost e solo 20 mila nello Sprar.

Serve, insomma, un’inversione di rotta. Per favorirla, si renderà più facile e conveniente l’accreditamento allo Sprar, con un sistema di accesso sempre aperto e incentivi per i Comuni che entrano a farne parte, come bonus da spendere nel sociale, possibilità di assumere figure qualificate e la garanzia che non verranno interessati dalla creazione di strutture di accoglienza straordinarie. 

Se n’è parlato stamattina a Roma, nel corso della presentazione del Rapporto Sprar 2015, presso la Sala Conferenze dell’Anci.

Sono 29.761 le persone accolte nel sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati nel 2015. I progetti hanno messo a disposizione 21.613 posti di accoglienza con una rete di 376 enti locali titolari di progetto (339 comuni, 29 province e 8 unioni di comuni) per circa 800 Comuni coinvolti nell’accoglienza. Oltre il 40% delle presenze si e’ registrato nel Lazio (22,4% del totale nazionale con 2.500 posti su Roma) e in Sicilia (20,1%), seguite da Puglia (9,4%) e Calabria (8,9%). Il numero di minori stranieri non accompagnati accolti nei progetti dello SPRAR sono stati 1.640 su una rete attiva di 977 posti.

Il rapporto riporta i dati significativi sul Sistema di Protezione per l’anno 2015, e approfondisce alcuni aspetti qualitativi del sistema Sprar, tra cui i servizi e le modalita’ di accoglienza, l’organizzazione delle equipe dei singoli progetti, l’attivita’ formativa per gli operatori. I progetti Sprar hanno erogato complessivamente 259.965 servizi. Questi servizi riguardano principalmente l’assistenza sanitaria (20,7%), la formazione (16,6%), le attivita’ multiculturali (15%), l’alloggio (14,9%), l’istruzione/formazione (10,9%) e l’inserimento scolastico dei minori (9,5%).

L’assistenza sanitaria rimane stabilmente la prima prestazione necessaria, ma il 2015 vede un peso piu’ rilevante delle attivita’ volte all‘inserimento socio-lavorativo, mentre negli anni precedenti rivestivano maggiore peso i servizi riconducibili alle prime fasi di presa in carico dei beneficiari. E’ un dato che indica con chiarezza come queste attivita’ favoriscano sempre piu’ l’integrazione con tutti i possibili effetti positivi sia sulle persone che sulle comunita’ locali. Infatti il valore aggiunto del modello Sprar deriva proprio dalla collaborazione coi territori, dall’efficacia degli interventi di integrazione, dalla trasparenza amministrativa, in sostanza dalla sostenibilita’ in termini di rapporto tra persone accolte e popolazione residente.

Sono 8.291 le figure professionali impiegate nelle attivita’ quotidiane dei progetti. Rispetto al ruolo ricoperto, la maggioranza dei professionisti sono operatori di accoglienza (22%); seguono mediatori culturali (12,1%), personale amministrativo (10,1%), operatori legali (6,9%), personale ausiliario (5,6%), insegnanti di italiano (5,1%) e coordinatori di équipe (5%). Dunque il modello di accoglienza Sprar risulta cresciuto negli ultimi anni sia in termini quantitativi che qualitativi, rappresentando pero’ ancora meno di un quarto, in termini numerici, di tutte le forme di accoglienza presenti del nostro Paese.

Il presidente dell’Anci Piero Fassino, intervenendo alla presentazione, ha rimarcato che in questi mesi si sta affrontando “un passaggio estremamente delicato, che definira’ come il nostro Paese intende posizionarsi in futuro rispetto a una tematica cosi’ dirimente. La netta predominanza di strutture a carattere straordinario, rispetto al sistema ordinario dello Sprar, sta infatti mettendo in difficolta’ la tenuta complessiva del sistema”.

“E’ necessario, e su questo c’e’ il pieno accordo con il Ministero dell’Interno – ha proseguito Fassino – che progressivamente questo rapporto venga ribaltato, facendo della rete Sprar il sistema principale, e poi unico, di seconda accoglienza. Abbiamo lavorato in queste settimane con il Ministero dell’Interno a un decreto che modifichera’ i sistemi di accesso e accreditamento permanente dei Comuni alla rete Sprar, rendendolo piu’ flessibile e dando continuita’ ai progetti che sono da piu’ tempo nella rete e qualitativamente validi, che quindi non dovranno piu’ presentare un progetto, ma saranno accreditati in maniera permanente come enti componenti della rete Sprar”.

“Se vogliamo che queste nuove procedure incentivino un numero crescente di Comuni ad entrare nella rete – ha sottolineato il sindaco Matteo Biffoni, delegato Anci per l’immigrazione e l’integrazione – e’ necessario dare una risposta alla questione di fondo: la garanzia che vengano tutelati i Comuni Sprar dall’attivazione non concertata di altre forme di accoglienza e un sistema di incentivi per i Comuni che accolgono, come ad esempio lo sblocco del turn-over. Questa e’ una precondizione essenziale senza la quale non solo sara’ difficile allargare la rete, ma anzi si potrebbe addirittura rischiare di assistere a una sua contrazione”.

A questo fine Anci ha presentato al Ministero dell’Interno un Piano di riparto delle accoglienze sugli 8.000 Comuni italiani, “adeguatamente parametrato alla popolazione residente che permette, fin da subito, di orientare il sistema di accoglienza in maniera sostenibile, diffusa ed equa”, ha ricordato Fassino.

“Indietro non si torna: lo Sprar e’ il cuore del nostro sistema di accoglienza – ha voluto precisare il sottosegretario Domenico Manzione – l’obiettivo condiviso non puo’ che essere quello di ampliarlo per favorire integrazione e sviluppo di nuove professionalita’”.

Manzione, riporta Redattore Sociale, ha annunciato la possibilità di creare incentivi, “come un bonus da destinare al sociale ma anche per avere personale qualificato sull’accoglienza. Questo tipo di percorso incontra sulla sua strada il ministero dell’Economia e della Finanza ma è una strada che ci impegnamo a percorrere fino alla fine”.

Il prefetto Mario Morcone, a Capo del Dipartimento per le Liberta’ Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno ha sottolineato come “i dati presentati ci convincono ancora una volta della correttezza della scelta strategica di puntare allo Sprar come sistema di riferimento per la seconda accoglienza.”

Morcone ha poi annunciato che “a fine luglio verra’ approvato un decreto importante, che permettera’ di superare la logica dei bandi, definendo un sistema di accesso sempre aperto rivolto ai Comuni che intendono entrare nella rete Sprar e l’accreditamento immediato e permanente di tutti i progetti attivi ad oggi e in futuro con anzianita’ di 3 anni di attivita’.”

“Per quanto riguarda il sistema di accoglienza straordinario – ha detto Morcone – capiamo le difficolta’ dei sindaci, ma va compresa anche quella dei Prefetti, che non possono esimersi dal trovare una collocazione alle tante persone in arrivo. E’ necessario – ha concluso Morcone – trovare un equilibrio, che permetta di andare verso il progressivo superamento del circuito straordinario, attraverso un parallelo aumento del circuito ordinario di accoglienza strutturale dei Comuni attraverso il sistema Sprar”.

“Il Piano di riparto sugli 8.000 comuni dell’Anci svolgera’ in questo senso una funzione immediata di parametratura, per cui i Comuni che accolgono nell’ambito di un progetto Sprar il numero di persone previsto dal Piano saranno tenuti esenti da altre forme di accoglienza, prevedendo un aumento per contingenti successivi della capienza del Piano in relazione all’aumentare del numero di persone in arrivo. Questo – ha concluso Morcone – sarà il percorso che verrà comunicato in maniera univoca fin da subito alle Prefetture. Insieme ad Anci daremo le stesse informazioni ai Sindaci che sicuramente con questa garanzia, saranno ben piu’ propensi ad aderire alla rete Sprar”. 

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