Imbrattata la facciata. Il sindaco: “Un’offesa per tutta la comunità, ci costituiremo parte civile”. L’Unar apre un’istruttoria
Roma – 7 novembre 2012 – La notte scorsa sulla facciata del Palazzo Comunale di Arezzo è stata tracciata con lo spray da ignoti la scritta a caratteri cubitali: ”Attenzione sporchi stranieri i fasci son tornati”.
Proprio ieri era stato presentato un rapporto secondo il quale in provincia vivono quasi 40mila immigrati di 128 nazionalità diverse, che rappresentano ormai l’11% della popolazione. Una presenza che negli ultimi dieci anni è quasi quadruplicata.
La scritta razzista è stata condannata con forza dal sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, che ha presentato una denuncia contor ignoti alle forze dell’ordine. “Gli autori rappresentano solo se stessi e non la citta’ democratica e accogliente che Arezzo e’. I fascisti non torneranno ne’ ora ne’ mai per la stessa ragione. L’aggettivo ‘sporco’ non e’ attribuibile a chi e’ nella nostra citta’ per lavorare e per costruire un nuovo futuro per se’ e per tutti insieme a chi qui e’ nato” dice il primo cittadino.
Fanfani aggiunge che “l’Amministrazione comunale si costituira’ parte civile e chiedero’ alle forze dell’ordine uno sforzo particolare per individuare e colpire gli autori della scritta. Non hanno scelto un muro qualsiasi ma quello della massima istituzione democratica cittadina per dare sfogo alla loro idiozia. Qualcuno dira’ che e’ una ragazzata. Forse. Certo e’ un’offesa alla casa di tutti gli aretini”.
Sul caso è intervenuto anche l’Ufficio nazionale Antidiscriminazioni Razziali. “Offriamo la piena collaborazione al sindaco di Arezzo, Giuseppe Fanfani, e condividiamo il suo giudizio” ha commentato Marco De Giorgi, direttore generale dell’ Unar, a margine di un convegno sull’immigrazione organizzato oggi dalle ACLI a Palermo.
Annunciando l’immediata apertura di un’istruttoria dell’UNAR sulla vicenda, De Giorgi ha affermato che “quanto accaduto ad Arezzo mentre discutiamo, qui in Sicilia, dei temi della integrazione interculturale in una prospettiva innovativa, ci spinge a continuare con maggiore tenacia nella direzione intrapresa”.
“Questi comportamenti – ha concluso il direttore dell’UNAR – richiedono una tempestiva ed adeguata condanna e stigmatizzazione anche sulla base di quanto previsto dalla Legge Mancino, che punisce l’incitamento all’odio razziale, in questo caso scatenatosi contro i cittadini stranieri che vivono e lavorano nella comunità aretina”.