Roma, 10 dicembre 2020 – In Italia il razzismo esiste. C’è nelle strade, negli uffici e nei luoghi di cultura. E’ radicato e dimostrato nella quotidianità. Gesti, frasi e metafore vengono compiuti e dette senza riflettere. Sono figlie di un sistema che ha abituato le persone a non riflettere sufficientemente e a non avere rispetto nei confronti del prossimo. Ed è proprio un episodio di razzismo quello che è capitato nei giorni scorsi durante una lezione del Politecnico di Milano. Una professoressa, di fronte alla richiesta di un alunno, ha risposto: “Non sono il vostro schiavo neg*o”. Una frase inaccettabile, che ha inevitabilmente aizzato gli studenti e costretto l’Università a prendere provvedimenti.
Razzismo al Politecnico di Milano, gli studenti: “E’ inaccettabile”
“Non è questa la risposta che uno studente di un ateneo autodefinitosi all’avanguardia come il nostro si aspetterebbe di ricevere dopo una richiesta di aiuto durante una lezione online. Un’espressione già grave di per sé, ancora più grave essendo stata pronunciata da chi teneva la lezione, che dovrebbe essere una figura educatrice, esempio per i propri studenti”, si legge nel lungo post pubblicato sul gruppo Facebook “Studenti indipendenti Politecnico”. Secondo i ragazzi non c’è dubbio: quella frase di definisce perfettamente come un episodio di razzismo, e in un Istituto come il Politecnico di Milano è inaccettabile.
E’ “grottesco che un membro del corpo docenti possa ricorrere con questa facilità a termini, paragoni e immaginari razzisti e coloniali. Riteniamo sia ancora più grave se usata come risposta a chi stava avendo difficoltà a seguire lezione. Non è possibile che ancora oggi assistiamo a scene del razzismo più becero, soprattutto dentro il nostro ateneo, un luogo della formazione che dovrebbe essere libero, sicuro e inclusivo”, commentano ancora. Gli alunni hanno chiesto di prendere seri provvedimenti e di “trattare con serietà una questione così grave. Non possiamo accettare che si crei un clima di questo genere”.
A suscitare l’indignazione degli “Studenti indipendenti” è anche il contesto in cui la frase è stata pronunciata, durante una lezione online. “Davanti a un periodo così complesso, con tutte le difficoltà derivanti dalla quarantena e dalla didattica a distanza che stiamo vivendo come comunità accademica, ci mancavano solo gli insulti razzisti agli studenti e studentesse in difficoltà”.
Il rettore Resta: “Prenderemo provvedimenti”
Anche il rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta si è distanziato dal gesto di razzismo della professoressa. “Abbiamo avuto ieri un episodio molto brutto in cui un collega, non rivolgendosi a nessuno, ma indipendentemente da questo, si è espresso in maniera non appropriata, non vicina al codice etico, o a qualunque modo di educazione e di valore che tutti noi condividiamo”, ha dichiarato. “Gli studenti l’hanno ripresa, i media ne stanno parlando. Oggi ripartiamo con il nostro modo di fare, quindi con il collegio di disciplina. Spessissimo può succedere che qualcuno non rispetti il codice etico e noi interveniamo, sia con gli studenti che con i docenti.
Parte una procedura: la commissione di disciplina analizza il fatto e chiede spiegazioni agli interessati e poi si interviene. Ci sono interventi di vario tipo. Credo che la frase sia estremamente inadatta, dopodiché capiremo se è frutto di stanchezza o di una situazione più interna alla persona”, ha concluso.
“Questo è razzismo e molto pericoloso. E’ quello radicato nel linguaggio e nelle espressioni colloquiali, che si tende a giustificare rimandando a motivi di retaggio culturale”, hanno sottolineato infine gli studenti. “Finché non decidiamo di combattere su tutti i piani questa piaga, soprattutto nei luoghi della cultura, non potremo dirci un Paese antirazzista“.
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