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Riforma di Schengen. Controlli alle frontiere solo come “ultima risorsa”

Forti flussi migratori non verranno considerati automaticamente come una minaccia. Sì dell’Europarlamento alle nuove regole

Roma – 13 giugno 2013 – Il Parlamento europeo ha dato ieri il via libera alla riforma della governance di Schengen, lo spazio di libera circolazione in Europa. Tra le novità, regole più stringenti per la reintroduzione di controlli alle frontiere, con la clausola che forti flussi di immigrazione irregolare in uno degli stati membri non potranno essere considerati automaticamente una giustificazione per farli scattare.

In particolare, ieri  sono stati approvati due regolamenti. Uno istituisce un nuovo meccanismo di valutazione della conformità alle regole per far fronte a situazioni d'emergenza, l’altro modifica il codice frontiere di Schengen e introduce regole comuni per la temporanea reintroduzione dei controlli alle frontiere interne in casi eccezionali.

Per la prima volta, spiega una nota pubblicata dall’Europarlamento, sarà possibile per le squadre di ispettori effettuare visite senza preavviso per monitorare qualsiasi tentativo di introdurre controlli illegali alle frontiere interne. In caso d'ispezione alle frontiere esterne invece, lo Stato membro interessato deve essere informato con almeno 24 ore di anticipo. Le squadre saranno composte da esperti degli Stati membri, della Commissione e delle agenzie UE.

Il codice frontiere Schengen (Schengen Borders Code – SBC) già consente che controlli alle frontiere interne siano temporaneamente ristabiliti in circostanze eccezionali che potrebbero costituire una minaccia grave per l'ordine pubblico o la sicurezza interna. Ora è stato chiarito che qualunque reintroduzione di controlli alle frontiere interne costituisce un'eccezione e può avvenire solo come misura di ultima istanza, per un periodo di tempo limitato, in base a specifici criteri oggettivi e a una valutazione monitorata a livello di Unione.

In caso di minaccia grave per l'ordine pubblico o la sicurezza interna, i controlli possono essere ristabiliti per 30 giorni, termine che può essere prolungato per un massimo di sei mesi. Quando eventi imprevedibili richiedono un'azione immediata (es. un attacco terroristico), gli Stati membri potranno reintrodurre unilateralmente i controlli alle frontiere per un massimo di 10 giorni. Qualsiasi prolungamento dovrà essere monitorato a livello di UE.

Nel testo approvato si chiarisce che: "La migrazione e l'attraversamento delle frontiere esterne di un gran numero di cittadini di paesi terzi non dovrebbero in sé essere considerate una minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza interna".

Il pacchetto governance di Schengen dovrebbe essere adottato formalmente dal Consiglio in autunno.
 

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