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RIFUGIATI: 86% SOGNA IMPRESA, MA ACCESSO A MICROCREDITO TUTTO IN SALITA =

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UN TERZO HA GIA’ UN PROGETTO, APRIRE UN RISTORANTE IL DESIDERIO
PIU’ GETTONATO

Roma, 27 giu. – (Adnkronos) – Sognare un’impresa, dopo essere
approdati in Italia ed aver ottenuto lo status di rifugiato. L’86% dei
titolari di protezione internazionale vorrebbe aprire un’azienda nel
nostro Paese, un terzo ha gia’ un progetto da realizzare. Il sogno
piu’ gettonato e’ aprire un piccolo ristorante, seguono – nella
classifica dei desiderata – altri esercizi commerciali. Non manca,
poi, chi accarezza il sogno di una casa di proprieta’. Desideri spesso
difficili da realizzare, soprattutto per mancanza di accesso al
credito. La fotografia arriva dal primo studio di fattibilita’ sulle
opportunita’ di microcredito in favore dei titolari di protezione
internazionale, presentato oggi a Roma nella sede dell’Upter.

Tante luci, accese dai sogni dei rifugiati in Italia, ma anche
tante ombre. Avere finanziamenti, per chi ha ottenuto asilo politico
nel nostro Paese, e’ una corsa ad ostacoli, e anche i progetti di
microcredito e microfinanza sono ridotti al lumicino. “La realta’ –
conferma Filippo Vettorato, dell’associazione microfinanza e sviluppo
nonche’ coordinatore operativo del progetto – e’ che la microfinanza
non riesce a raggiungere un numero significativo di rifugiati”.

Eppure “in Italia si contano 200 mila immigrati imprenditori –
ricorda Ugo Melchionda, labour migration expert dell’Organizzazione
internazionale per le migrazioni (Oim) – Mentre, stando alle stime,
abbiamo ben 55 mila rifugiati. Ma manca il dialogo e mancano le
conoscenze per dare spazio al loro desiderio di realizzarsi. Si tratta
di una risorsa inesplorata, non solo per loro ma anche per il nostro
Paese”. (segue)

(Ile/Zn/Adnkronos)
27-GIU-11 17:57

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