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Roma vs Strasburgo: tensione alle stelle sul tema del razzismo nelle forze dell’ordine

Roma, 29 maggio 2025 – Lo scontro tra Italia e Consiglio d’Europa si fa sempre più acceso. Dopo le critiche rivolte da Roma e Copenaghen ad alcune sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) in materia di migrazione, è ora la Commissione contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) a sollevare un nuovo fronte di polemica, mettendo nel mirino le forze dell’ordine italiane.

A scatenare l’ira del governo è stata la richiesta del presidente dell’Ecri, Bertil Cottier, che ha sollecitato l’Italia a condurre uno studio indipendente sulla profilazione razziale da parte della polizia. Secondo il rapporto aggiornato ad aprile 2024, i controlli basati su colore della pelle, etnia o religione sono in crescita in tutta Europa. Cottier ha lanciato un appello esplicito al governo italiano affinché adotti misure concrete e urgenti.

Immediata la reazione della premier Giorgia Meloni, che ha bollato le accuse come “vergognose” e frutto di “pregiudizi evidenti” e di un “approccio ideologico”. Meloni ha sottolineato i frequenti episodi di aggressione agli agenti, spesso ad opera di immigrati irregolari, e ha lodato il lavoro svolto con coraggio e rispetto della legge dalle forze dell’ordine italiane.

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preso posizione: ha convocato per giovedì il capo della Polizia Vittorio Pisani per rinnovare pubblicamente la fiducia dello Stato verso le forze dell’ordine, lodando la loro adesione ai valori costituzionali e democratici.

Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. La Lega ha definito il Consiglio d’Europa “un ente inutile da sciogliere”, mentre il vicepremier Antonio Tajani ha liquidato le osservazioni come “ridicole e offensive”, difendendo l’operato “tra i più rispettosi delle minoranze” delle forze italiane. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha giudicato l’Ecri un “organismo dannoso” e ha messo in dubbio la sua utilità.

La polemica è approdata anche in Parlamento, dove il capogruppo di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, ha definito le raccomandazioni “inaccettabili e vergognose”. Dal fronte dell’opposizione, Piero Fassino (Pd) ha invitato a non strumentalizzare le critiche e a leggere con attenzione il rapporto. Anche Elena Bonetti (Azione) ha difeso il ruolo del Consiglio d’Europa come garante dei diritti tra Stato e cittadini.

A raffreddare gli animi non è bastata la risposta del segretario generale del Consiglio d’Europa, Alain Berset, che, replicando alla lettera dei nove Paesi guidati da Italia e Danimarca contro la Cedu, ha ribadito: “In una società governata dallo stato di diritto, nessun organo giudiziario dovrebbe subire pressioni politiche”.

Il nodo della profilazione razziale e il rispetto dei diritti umani si impongono così al centro del dibattito europeo, con Roma e Strasburgo sempre più distanti.

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