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Sindacati e associazioni: “Un’occasione mancata”

Bilancio negativo sugli esiti della regolarizzazione. “Si potevano salvare molti lavoratori in più”

Roma – 16 ottobre 2012 – Un’occasione mancata. É il giudizio pressoché unanime di sindacati e associazioni sulla regolarizzazione appena conclusa.

Il Dipartimento politiche migratorie della Uil traccia un bilancio “moderatamente posivito” sui risultati, ma sottolinea le “numerose carenze” e le “occasioni mancate che avrebbero potuto trasformarla in una grande chance di emersione dal lavoro nero di un bacino di lavoratori stranieri ‘sans papier’ che numerosi osservatori valutano essere tra le 500 e le 800 mila persone”.

La Uil punta il dito contro i liti della regolarizzazione: “una procedura costosissima”, “la necessitaà di dimostrare la presenza in Italia” e “l’assenza di parità di trattamento tra lavoratore e datore di lavoro”.”Rendere la regolarizzazione più semplice e maggiormente fruibile per imprese e lavoratori stranieri, come abbiamo ripetutamente chiesto, sarebbe stato un ottimo esempio di lotta allo sfruttamento delle condizioni lavorative di clandestinità, oltre che portare milioni di euro in più nelle casse dello Stato”.

“Al di la’ dei risultati di questa emersione 2012, che e’ stata un’occasione mancata, ci auguriamo che la battaglia per la regolarizzazione dei lavoratori stranieri continui in applicazione della direttiva 52 sulle sanzioni ai datori di lavoro che impiegano irregolari” sottolinea Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil, facendo notare come ci siano “alcuni paradossi nei dati”. “Ad esempio – spiega – ci sono 100mila domande per l’emersione delle badanti ma le nazionalita’ dei lavoratori, in maggioranza marocchini e bengalesi ci dicono qualcos’altro: chi conosce il mercato del lavoro sa che la comunita’ marocchina non si occupa di collaborazioni domestiche”.

Secondo Soldini, queste forzature sono state provocate da un testo “restrittivo, sia per i costi che per gli strumenti di selezione: un coacervo delle peggiori pratiche”. Per il sindacalista, la partita rimane aperta anche senza la proroga del termine di scadenza per la consegna dei moduli. “A prescindere dalle norme transitorie, continueremo a lavorare per i lavoratori edili e quelli agricoli”.

“Il Governo dovrebbe estendere la scadenza dei termini per la regolarizzazione dei lavoratori stranieri dal lavoro in nero” afferma Liliana Ocmin, Segretario confederale Cisl responsabile del settore immigrazione. “Cosi’ – precisa – l’emersione 2012 e’ stata un’occasione mancata visto che i dati delle domande pervenute sino ad oggi non corrispondono al recente proliferare del lavoro nero”.

“La maggioranza delle domande inviate riguardava le badanti e il lavoro domestico anche perche’ la procedura costava molto meno”, sottolinea Ocmin. “Del resto i termini onerosi hanno reso questa emersione un percorso ad ostacoli – conclude – e anche la circolare dell’avvocatura di Stato che estendeva le certificazioni necessarie a dimostrare la presenza del migrante al 31 dicembre 2012 e’ stata tardiva”.

“L`esito, modesto, della sanatoria mostra come la politica dei condoni in materia di immigrazione clandestina mostri ormai la corda: è tempo di una nuova legge per regolarizzare gli ingressi di manodopera straniera” sostiene il vicedirettore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, che critica i costi della procedura (“cifre che in tempi di crisi economica hanno fatto certamente da deterrente”)e la richiesta di una prova di presenza in Italia al 3 dicembre 2011 (“deve aver scoraggiato molti immigrati”).

Ma al di là di questi limiti è lo strumento della sanatoria in sé che, secondo il vicedirettore di Caritas Ambrosiana, ormai mostra la corda: “La storia dell`immigrazione in Italia è fatta di stranieri che arrivano da clandestini e vengono poi condonati. Bisognerebbe, invece, mettere mano al sistema delle quote di ingresso e renderle più corrispondenti alla realtà del nostro Paese, riconoscendo una volta per tutte il ruolo di questi lavoratori in alcuni settori chiave nella nostra economia e del sistema di welfare”.

Anche il responsabile immigrazione dell’Arci, Filippo Miraglia, traccia di un bilancio che “non puo’ dirsi positivo” e che “fa parlare di un’occasione mancata, con conseguenze negative non solo per gli interessati, che continueranno nella loro condizione di irregolari, ma anche per le casse dello stato, visto il mancato gettito fiscale”.

Secondo Miraglia l’efficacia della regolarizzazione “è stata sacrificata sull’altare degli interessi contrapposti della ‘strana maggioranza’. Si sarebbe potuta affrontare questa nuova fase in un contesto radicalmente diverso, con la maggior parte delle situazioni sanate. Così non si è voluto fare e a pagarne le conseguenze saranno come al solito i più deboli. Ci chiediamo, come in altre occasioni, il perchè  e a chi giova” .

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