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Soccorsi in mare, Frontex contro le organizzazioni umanitarie: “Colluse con i trafficanti”

Nei report riservati dell’Agenzia Ue accuse alle ong che salvano vite nel Mediterraneo.  MSF: “Pensino a quanti muoiono, è quello il problema”

 

Roma – 15 dicembre 2016 – Collusione con i trafficanti di uomini. È l’accusa lanciata da Frontex alle organizzazioni umanitarie che con le loro navi salvano vite nel Mediterraneo, contenuta in report riservati che il Financial Times scrive oggi di aver letto. 

In uno di questi, che risale allo scorso mese, la rinnovata Agenzia europea della guardia costiera e di frontiere è preoccupata che ai migranti possano essere date “chiare indicazioni prima della partenza sulla precisa direzione da seguire per raggiungere le navi delle Ong”. L’accusa si fa più esplicita in un report della scorsa settimana, dove si parla di un “primo caso in cui le reti criminali hanno trafficato migranti direttamente sulla nave di una Ong”. 

Nei report, condivisi tra funzionari Ue e diplomatici, Frontex scrive anche che le persone salvate da navi delle ong sono spesso “non disposte a cooperare affatto con gli esperti di debriefing”, che li intervistano per raccogliere informazioni sui loro viaggi e sui trafficanti. E che alcuni migranti sostengono di “essere stati messi in guardia [dalle ong] perché non cooperino con le forze dell’ordine italiane o con Frontex”. 

Secondo le statistiche di Frontex, il  numero di salvataggi scattati dopo un segnale di richiesta di aiuto sono passati dai due terzi del totale di questa estate a un decimo del totale lo scorso ottobre. Intanto c’è stata però un’impennata dei salvataggi portati a termine dalle ong, che hanno partecipato a  più del 40% dei salvataggi in Ottobre, contro appena il 5% dell’inizio dell’anno. 

Frontex suggerisce che questo sia dovuto al fatto che le ong operano più a ridosso delle acque territoriali libiche. Punta però il dito anche contro le luci utilizzate dalle navi di salvataggio che, scrive l’Agenzia Ue, funzionano “come un faro per i migranti”. 

Le organizzazioni  umanitarie, che da tempo chiedono all’Unione Europea di aprire canali sicuri per fermare le stragi in mare, rimandano le accuse al mittente. Se ci sono meno sos, fanno notare, è perché le loro navi cercano di salvare i migranti prima che le condizioni diventino critiche, prima, quindi, che sia troppo tardi. 

“Noi cerchiamo attivamente le barche in difficoltà. Le individuiamo prima. Questa è la risposta ai bisogni che vediamo in mare. Non penso sia la prova di una collusione” ha detto al FT Aurelie Ponthieu, consulente per le questioni umanitarie di Medici Senza Frontiere. “Il punto non è se c’è una collusione tra ong e trafficanti, il tema su cui dovrebbe concentrarsi Frontex è perché muoiono tante persone”. Almeno quattromila settecento morti dall’inizio dell’anno.

Quando alla presunta scarsa collaborazione alle indagini contro i trafficanti, ad esempio perché non raccolgono prove sulle barche soccorse, Save The Children (2400 persone soccorse tra ottobre e novembre) taglia corto: “Noi abbiamo l’obbligo di salvare le loro vite, non di adempiere ai doveri delle agenzie di sicurezza”. 

L’Ue sta tentando di criminalizzare le ong? “Non mi stupisce che lo faccia adesso”, commenta Ruben Neugebauer, dell’organizzazione umanitaria tedesca Sea Watch. “Nel Mediterraneo la situazione peggiora e l’Ue si sforza di bloccare l’immigrazione. Con tutti i mezzi necessari”. 

 

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