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Strage di Tunisi. I giovani musulmani d’Italia: “Quello non è l’Islam”

"Non strumentalizzare quel gesto vigliacco.  Dobbiamo sconfiggere la paura e protestare contro assassini criminali"

Milano –  19 marzo 2015 – "Solidarietà alla società civile tunisina. I nostri cuori sono con la capitale tunisina".

Inizia così il messaggio diffuso dall’associazione Giovani Musulmani d'Italia, dopo la strage di ieri al museo del Bardo di Tunisi.  “Un altro atto vile e barbaro si consuma sotto il marchio del sedicente ISIS o Daesh, tentando di destabilizzare il fiorire dello Stato tunisino, impegnato a poggiare le proprie basi giuridico-politiche sulla democrazia e la libertà”.

GMI esprime cordoglio ai familiari delle vittime, e “vicinanza e solidarietà a tutti gli ostaggi ed al popolo tunisino che sta vivendo ore di paura e dolore”. Quindi chiede “a tutte le componenti della società civile ed alle Istituzioni Italiane di contrastare e condannare il terrorismo di qualsiasi matrice esso sia, perché ne è vittima l'intera umanità”.

C’è però il rischio che dopo la strage si soffi ancora  sul fuoco dell’islamofobia.  Di qui il monito dei Giovani Musulmani d'Italia: “Ci auspichiamo che non si faccia nuovamente l'errore di strumentalizzare questo gesto vigliacco collegandolo all'Islam, perché nulla ha a che fare con esso, come da sempre si è ribadito”.

“Non ci faremo vincere – conclude GMI – da chi vuole abusare di una fede per creare terrore. È compito di tutti noi, soprattutto giovani, sconfiggere la paura e protestare contro assassini criminali. #NotInMyName”.  
 

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