in

Torino: assolti gli anarchici che occupavano la casa cantoniera di Oulx per aiutare i migranti

Roma, 20 novembre 2024 – Si è concluso a Torino, in Corte d’appello, il processo che vedeva imputati 18 attivisti anarchici per l’occupazione di un’ex casa cantoniera a Oulx, in Valle di Susa. La sentenza ha ribaltato il primo grado, riconoscendo l’applicazione dell’articolo 54 del codice penale, secondo il quale non è punibile chi agisce per salvare sé o altri da un grave pericolo per la vita o l’integrità fisica.

Il contesto e i fatti

La vicenda risale agli anni 2018-2019, quando gli imputati decisero di occupare l’immobile per trasformarlo in un rifugio per migranti che, spesso privi di abiti adeguati e risorse, tentavano di attraversare il confine verso la Francia attraverso l’Alta Valle di Susa. Le condizioni climatiche rigide e l’assenza di strutture di accoglienza rendevano il cammino estremamente pericoloso.

In primo grado, il tribunale aveva riconosciuto la responsabilità degli imputati per il reato di “invasione di edifici”, ma aveva concesso l’assoluzione per “tenuità del fatto”. La Corte d’appello è andata oltre, accogliendo il principio dello stato di necessità e sottolineando che l’intervento degli anarchici ha salvato vite umane.

La difesa: un’azione necessaria per salvare vite

Danilo Ghia, uno degli avvocati difensori, ha spiegato che la Corte ha accettato le argomentazioni della difesa, sostenendo che le persone aiutate dagli imputati si trovavano in pericolo di vita. “Migranti con abiti estivi in pieno inverno, senza alcun luogo dove ripararsi, rischiavano conseguenze gravissime. Gli imputati, offrendo supporto, hanno concretamente evitato tragedie”, ha dichiarato il legale.

Numerose testimonianze durante il processo hanno confermato il ruolo cruciale giocato dagli attivisti nel salvare persone in difficoltà.

Un precedente importante

La decisione della Corte d’appello rappresenta un precedente significativo nel riconoscere lo stato di necessità in contesti di assistenza umanitaria. Questo verdetto pone l’accento sull’importanza di tutelare la dignità e la vita delle persone, anche in situazioni che si trovano ai margini della legalità.

L’assoluzione degli anarchici apre una riflessione più ampia sulla gestione dei flussi migratori nelle aree di confine, dove spesso l’azione di volontari e attivisti sopperisce alle carenze delle istituzioni.

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 4 Media: 4.5]

Migranti, quando lo sport unisce: i ragazzi del Sai Palermo sono Campioni d’Italia

Mediterraneo centrale: oltre 500 morti e 830 dispersi nel 2024, emergenza migranti senza fine