Roma, 27 giugno 2025 – In occasione della Giornata mondiale in supporto delle vittime di tortura, Medici Senza Frontiere (MSF) ha presentato presso Palazzo Steri un report allarmante sulle torture sistematicamente inflitte ai migranti lungo la rotta del Mediterraneo. I dati, raccolti in collaborazione con l’ambulatorio per la riabilitazione delle persone sopravvissute a torture del Policlinico di Palermo, tracciano un quadro drammatico: tortura, violenza sessuale, stress post-traumatico e una scarsa tutela legale sono le costanti di un sistema disumano.
Secondo il report, da gennaio 2023 a febbraio 2025 sono state 160 le persone sopravvissute a torture assistite dal team palermitano. Queste provengono da 20 paesi diversi, in particolare da:
- Bangladesh (15,6%)
- Gambia (13,7%)
- Costa d’Avorio (11%)
- Camerun (9%)
- Nigeria (9%)
Il 71% dei pazienti ha un’età compresa tra 18 e 33 anni, e il 63% risiede nei centri di accoglienza. Gli uomini rappresentano il 75% dei casi, le donne il 25%. Ma è proprio tra le donne che emerge un dato sconcertante: l’80% ha subito uno o più episodi di violenza sessuale.
In generale, il 67% delle vittime presenta sintomi da stress post-traumatico, ma solo il 22% ha ottenuto lo status di rifugiato, nonostante le torture subite. Questo evidenzia una grave discrepanza tra il trauma vissuto e il riconoscimento giuridico della protezione.
Elisa Galli, responsabile del progetto MSF a Palermo, ha dichiarato:
“Nel report sono incluse forme di violenza estrema che sono un elemento strutturale lungo la rotta migratoria. Lasciano cicatrici profonde e durature, e richiedono un percorso specialistico di cura per ricostruire l’identità, la fiducia e la speranza. La salute mentale e fisica è il primo passo per una nuova vita“.
Tra le forme di tortura documentate, molte sono state perpetrate nei paesi d’origine, ma una quota significativa si è verificata in Libia, che risulta il paese con la più alta incidenza. Poco più del 50% degli episodi è avvenuto lì, mentre circa un terzo nei cosiddetti paesi sicuri per l’Italia. I principali responsabili?
- Trafficanti di esseri umani (60,3%)
- Forze dell’ordine (29%)
Questo report non è solo una denuncia. È un grido d’allarme e una richiesta di intervento immediato da parte delle istituzioni italiane ed europee, per garantire protezione reale, cure adeguate e giustizia per le vittime di un sistema che continua a infliggere dolore a chi fugge già da condizioni insostenibili.