Nel discorso per la rielezione il presidente americano parla anche di seconde generazioni. “Ciò che rende l’America eccezione sono i legami che tengono insieme la nazione più variegata del mondo”
Roma, 7 novembre 2012 – “Noi crediamo in un’America generosa, in un’America compassionevole, in un’America tollerante, aperta ai sogni della figlia di un immigrato che studia nelle nostre scuole e giura sulla nostra bandiera…” . È la vision che il presidente Barack Obama ha ribadito nel discorso pronunciato subito dopo la sua rielezione alla Casa Bianca, confermando anche l’intenzione di lavorare subito con i leader repubblicani e democratici per migliorare il sistema dell’immigrazione.
“Ciò che rende l’America eccezione sono i legami che tengono insieme la nazione più variegata del mondo” ha sottolineato Obama. “Io credo – ha concluso – che possiamo mantenere la promessa dei nostri fondatori, l’idea che se vuoi lavorare duro, non importa chi sei e da dove vieni, a cosa assomigli o dove ami. Non importa se sei nero o bianco o ispanico o asiatico o nativo americano o giovane o ricco o povero, abile, disabile, gay o eterosessuale. Tu puoi farlo qui in America se vorrai provarci”.
Le seconde generazioni sono uno dei cavalli di battaglai di Obama. ”Sono americani nel cuore e in tutti gli aspetti tranne che nelle carte”. E il presidente lo scorso giugno, dal Rose Garden della Casa Bianca, aveva annunciato la decisione di ordinare al dipartimento per la Sicurezza Interna lo stop dell’espulsione di tutti i clandestini sotto i 30 anni sbarcati negli States prima di raggiungere il 16esimo anno di eta’. ”Sono stati portati qui dai genitori da bambini – aveva poi aggiunto nel corso della conferenza – e spesso non hanno saputo di essere senza documenti fino a quando non hanno fatto domanda per una borsa di studio o per un lavoro”.
La mossa, gia’ allora, era destinata a far raccogliere al democratico consensi tra l’elettorato ispanico e ricalcava a pieno il Dream Act, la proposta di legge volta a regolarizzare gli immigrati di buon carattere morale che si diplomano presso le scuole superiori americane.
Del resto, lo stesso Romney, non ha mai nascosto la propria ostilita’ verso i cittadini irregolari. ”I permessi vanno dati a chi li merita e dobbiamo arrestare i clandestini. Nessuna amnistia. Obama sull’immigrazione ha fallito”, aveva duramente attaccato durante il secondo dibattito tv andato in scena alla Hofstra University di Hempstead, nei pressi di New York. Dai messicani ai portoricani, passando per i cubani fuggiti dall’isola castrista, gli ispanici rappresentano oggi negli Stati Uniti un patrimonio culturale e la piu’ grande minoranza del Paese, pari a circa il 16% della popolazione.