Roma, 7 aprile 2025 – Negli ultimi tempi, a Ventimiglia, città ligure al confine con la Francia, si registra una diminuzione degli arrivi di persone migranti. Questo dato è in linea con le tendenze a livello nazionale. Tuttavia, nonostante il calo numerico, la situazione di vulnerabilità sociale e psicologica dei migranti si è aggravata.
Un recente report pubblicato da diverse associazioni attive sul territorio, tra cui Diaconia Valdese, Caritas Intemelia, WeWorld e Medici del Mondo Italia, evidenzia come la maggior parte dei migranti presenti a Ventimiglia siano uomini soli che spesso presentano problemi di salute o dipendenze da sostanze. Alcuni sono solo di passaggio, mentre altri si fermano per mesi perché vengono respinti dalla Francia, chiedono asilo o sono in attesa di accedere a un centro di accoglienza.
Molti migranti si trovano costretti ad accamparsi sotto il cavalcavia di via Tenda, vicino al fiume Roia, vivendo in condizioni igienico-sanitarie precarie. Una delle principali problematiche è la mancanza di servizi essenziali dedicati alle persone senza dimora. Come spiega Christian Papini, direttore della Caritas di Ventimiglia, spesso si incontrano persone con gravi problemi preesistenti, come disturbi post-traumatici da stress, che si acuiscono a causa della situazione di precarietà.
Coloro che si fermano per richiedere asilo devono attendere in media 120 giorni per ottenere i documenti, a cui si aggiunge ulteriore tempo per l’accesso alle strutture di accoglienza. La chiusura nel 2020 di Campo Roja, un importante centro di prima accoglienza, ha ulteriormente ridotto le alternative.
Medici del Mondo rappresenta l’unica organizzazione sanitaria stabile sul territorio, offrendo assistenza medica attraverso ambulatori e interventi mobili lungo il fiume Roia. Nel 2024, le visite effettuate hanno rivelato diffuse patologie muscolo-scheletriche, infezioni respiratorie, traumi da violenza e soprattutto disagio psichico e dipendenze.
Ventimiglia è da oltre dieci anni un punto cruciale per i migranti provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa, diretti principalmente in Francia e altri paesi europei. Dal 2015, la Francia ha introdotto controlli sistematici alla frontiera, sospendendo di fatto l’accordo di Schengen. Nonostante una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea del settembre 2023 che impone alla Francia di rispettare le regole sui rimpatri, la situazione al confine rimane complessa.
Le associazioni Caritas e Diaconia Valdese hanno identificato azioni prioritarie, come il miglioramento dell’accesso alle cure e alle strutture di accoglienza, e chiederanno un incontro con la prefettura per sollecitare un intervento più strutturale da parte delle istituzioni. La situazione a Ventimiglia evidenzia le sfide persistenti nell’accoglienza e nella gestione dei flussi migratori al confine italiano.