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“Vietiamo ai profughi di telefonare”, la bufala svizzera della Lega Nord

Il deputato Paolo Grimoldi suggerisce di prendere esempio dalle disposizione elvetiche sui richiedenti asilo. Ma dall’altro lato delle Alpi le cose non stanno proprio come dice lui…

Roma – 24 marzo 2016 – “L’Italia paga i cellulari ai richiedenti asilo, la Svizzera li espelle immediatamente se usano cellulari o si connettono alla rete. Chi ha più buon senso?”. 

L’onorevole Paolo Grimoldi, Lega Nord, oggi fa gli indovinelli. Lui però la risposta se l’è gia data. I dissennati siamo evidentemente noi Italiani che, scrive sulla sua pagina Facebook, nelle strutture di accoglienza diamo ai profughi “oltre alla paghetta per le piccole spese quotidiane, anche una tessera telefonica per un cellulare”. 

E gli Svizzeri? Grimoldi dice che “per ovvie ragioni di sicurezza interna, il Dipartimento Federale di Giustizia e Polizia ha espressamente proibito ai richiedenti asilo l’utilizzo di telefoni cellulari e le connessioni a internet”. “In caso di violazione di queste disposizioni scatterà l’espulsione immediata dal territorio elvetico a tempo indeterminato”.

Il solerte onorevole ha allegato una schermata che parrebbe presa proprio dal sito internet del Dipartimento Federale di Giustizia e Polizia (DFGP) e che illustra quelle disposizioni, emanate “per motivi di di (sic) sicurezza nazionale e di ordine pubblico”. Certo, c’è un errore ortografico e le “disposizioni” a un certo punto del testo diventano “ordinanze”, ma insomma il succo è chiaro. (continua dopo la foto)

 

 

Sarebbe però interessante capire se, oltre che chiaro, quel succo è anche vero. Cioè se in Svizzera vige davvero il divieto di telefonare per i richiedenti asilo.

Abbiamo cercato sul sito del DFGP la pagina incriminata, dove magari potrebbero esserci dei link ai testi integrali di quelle ordinanze. Pare sparita. Neanche Google, che per un po’ di tempo tiene memoria della pagine cancellate, ci è d’aiuto. Gli unici risultati che saltano fuori inserendo quelle “disposizioni” nel motore di ricerca sono le dichiarazioni di Grimoldi. 

Ma l’onorevole quelle disposizioni dove le ha trovate? A questo punto viene legittimamente il dubbio che abbia preso un abbaglio. Forse ha considerato originale una delle tante bufale con foto che girano sui social e l’ha cavalcata subito per la sua nuova crociata anti profughi. Vuoi mettere che occasione? Se lo fanno già gli Svizzeri…

Stranieriinitalia.it stamattina ha contattato il Dipartimento Federale di Giustizia e Polizia, chiedendo conferma sull’esistenza di quelle disposizione e allegando l’immagine della pagina incriminata. Ci ha risposto Brigit Zuber, dall’ufficio stampa della Segreteria di Stato della Migrazione (SEM), chiarendo come stanno davvero le cose. 

“Ai richiedenti asilo – spiega – viene chiesto di consegnare i loro telefoni quando entrano in un centro federale per l’asilo. Questa regola serve a proteggere i diritti individuali delle persone presenti. Noi vogliamo evitare che foto o video dei richiedenti asilo compaiano sui social media, perché questo potrebbe mettere a repentaglio il loro status e far correre loro ulteriori pericoli”. 

“I richiedenti asilo – sottolinea Zuber – possono conservare la loro sim card. La Segreteria di Stato della Migrazione offre loro, se ne hanno bisogno, un semplice telefono, nel quale possono inserire la loro sim card e fare solo telefonate. Inoltre, c’è la possibilità di comprare schede telefoniche, con le quali possono usare i telefoni a pagamento installati in loco”. 

Il divieto di telefonare, insomma, non esiste. Quello di usare interner sì. Siamo già a una mezza bufala. Inoltre dalla Svizzera non confermano affatto che chi sgarra viene espulso (dove verrebbe mandato? in Siria? in Iraq? sotto le bombe?). Che ne è allora di quelle disposizioni emanate dai saggi elvetici per motivi di sicurezza nazionale? Che cos’è quella ormai fantomatica pagina condivisa da Grimoldi?

Quella schermata è falsa – taglia corto Zuber – e ci sono diversi dettagli che lo confermano. Per esempio, il font usato nella foto è Arial e sul sito del DFGP noi usiamo sempe il font Fruttiger. Inoltre informazioni d quel tipo non sarebbero sul sito del DFGP, ma su quello della Segreteria di Stato della migrazione. Quindi confermo che la foto è falsa”. Capito? Era proprio una bufala, onorevole, muuu! 

Elvio Pasca

 

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