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Pensione di cittadinanza, chi ne ha diritto e come richiederla

Roma, 20 gennaio 2020 – La pensione di cittadinanza è un sussidio paragonabile al reddito di cittadinanza, ma per gli over 67. Per beneficiarne, infatti, è strettamente necessario che tutti i componenti del nucleo familiare abbiano un’età pari o superiore ai 67 anni. Inoltre, bisogna rispettare alcuni criteri. Vediamo quindi chi può richiederla e in cosa consiste nello specifico.

Assegno sociale e pensione di cittadinanza

La pensione di cittadinanza, quindi, spetta ai nuclei familiari in cui tutti i componenti hanno compiuto i 67 anni. Per riceverla l’Isee non deve essere superiore ai 9360 euro. Inoltre, non bisogna possedere un patrimonio immobiliare superiore ai 30mila euro (escludendo la casa di abitazione) e un patrimonio mobiliare non oltre i 6mila euro per i nuclei familiari composti da un solo componente. Per riceverla, poi, è necessario essere residenti in Italia, e la card della pensione di cittadinanza non può essere utilizzata all’estero, ma solamente in Italia.

Come per quanto riguarda l’assegno sociale, gli stranieri per ottenerla devono presentare una specifica documentazione in grado di attestare la residenza in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. I nuclei familiari che presentano domanda di pensione di cittadinanza e vengono accettati, hanno diritto a un assegno che può arrivare fino a un massimo di 780 euro.

reddito di cittadinanza

Come richiedere il sussidio

Tutti coloro che hanno le carte in regola per richiedere la pensione di cittadinanza, possono presentare la domanda tramite tre vie diverse. E’ consentito, infatti, richiederla direttamente presso gli sportelli di Poste Italiane. Oppure presso un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) o, infine, è permesso farla direttamente online sul dito www.redditodicittadinanza.gov. La somma, poi, è il risultato di due quote. La prima a integrazione del reddito familiare, fino alla soglia di 7.560 euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza.

La seconda, invece, è a integrazione del reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione in locazione. E’ pari all’ammontare del canone annuo previsto nel contratto di locazione fino a un massino di 3.360 euro annui. Nel caso in cui i nuclei siano residenti in abitazioni di proprietà per il cui acquisto o costruzione sia stato contratto un mutuo, invece, il limite è di 1.800 euro.

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