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Nei Cie finiscono anche le seconde generazioni. Il caso dell’albanese Ronny

Il ventunenne albanese, in Italia dall’età di tre, oggi si trova rinchiuso nel Centro di Identificazione ed Espulsione di Bari. "Sono cresciuto qui, se mi mandano in Albania mi mandano in un Paese straniero"

Roma, 9 aprile 2014 – Non è la prima volta che succede che nei Centri di Identificazione ed Espulsione siano detenuti giovani figli di immigrati, ma questo è il risultato di un mix letale tra legge di regolarizzazione, la Bossi-Fini, e quella sull’acquisizione della cittadinanza italiana, la 91 del 1992, che non danno spazio né al lato umano, né ai percorsi di vita delle persone.

L’ultimo caso è quello di Ronny, 21 anni albanese, in Italia con la famiglia dall’età di tre anni, rinchiuso nel Cie di Bari. Una vita trascorsa qui, ma il giovane non è cittadino italiano e quindi lo Stato ha tutto il diritto di rispedirlo da "dove è venuto", ma per Ronny l’Albania è un Paese totalmente sconosciuto.

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