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Il ritratto dell’emigrante romeno.

La presenza di emigranti romeni, già prima dell’ingresso nell’UE, ha riguardato un po’ ogni angolo di Europa.
Si va dalle quasi 600 mila presenze in Italia e Spagna ai 100 mila lavoratori stagionali registrati in Israele nel corso degli anni ‘90. La Germania continua a essere la destinazione principale, ma soltanto una parte dei romeni che lavora all’estero ha un contratto legale. Opportunità di lavoro temporaneo sono offerte anche da Ungheria, Grecia, Turchia, Belgio e Austria.

Ad offrire maggiori occasioni di impiego sono i lavori qualificati e altamente qualificati nei servizi sanitari, i lavori a media qualifica presso il settore dei servizi (edilizia, sanità, ristorazione e alberghi) e, infine, i lavori poco qualificati nell’agricoltura e nell’edilizia. I romeni che hanno scelto la soluzione dell’emigrazione sono per la maggior parte giovani con un alto livello di istruzione. Nei primi anni ‘90 a scegliere strada della migrazione permanente sono state soprattutto le minoranze etniche (sassone, ungherese e, in parte, rom) e quindi soprattutto i “cervelli” in cerca di migliori occasioni. Solo successivamente ha preso piede la migrazione economica e, come confermano i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica romeno, ha riguardato in più della metà dei casi giovani diplomati con una età compresa tra i 22 e i 44 anni e in un terzo dei casi laureati.

La difficoltà di accesso ai mercati del lavoro occidentali, come in un sistema di vasi comunicanti, alimenta indirettamente i flussi circolari non documentati di natura temporanea. Attraverso le rilevazioni del Censimento del 2002, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni stimava che all’epoca almeno 360 mila persone fossero temporaneamente all’estero per lavoro; anche se l’abolizione del visto di Schengen al di sotto dei tre mesi si era avuta già nel gennaio 2002, si può supporre che oggi, dopo l’ingresso nell’UE, il numero sia raddoppiato e che sempre più vada a riguardare Italia e Spagna.

Un gruppo di studio coordinato dalla redazione centrale del “Dossier Caritas/Migrantes” e composto da 50 esperti italiani e romeni è all’opera per fornire entro maggio 2008 un ricco panorama di approfondimenti come non era stato mai fatto in precedenza per uno studio su una specifica collettività.

 
9 febbraio 2008 
 
Antonio Ricci
Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes
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