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Immigrati e sindacato. Possiamo fare molto di più

Non si può più confinare in una nicchia un tema così trasversale che sta trasformando il mercato del lavoro e l'intera nostra società. Le proposte da portare al XVI Congresso della Uil

Roma – 11 luglio 2014 – Un decimo degli iscritti al nostro sindacato è composto da lavoratori stranieri. Essi operano accanto agli italiani, in fabbrica o negli uffici, vivono accanto a noi nei quartieri delle città e come noi pagano le tasse.

Secondo l’Istat producono l'11 % del PIL e pagano al Fisco quasi 7 miliardi di € in Irpef. Nel 2013 hanno inviato a casa 5,5 miliardi di € in rimesse. Sono operai, commercianti, infermiere e badanti. I loro figli vanno a scuola assieme ai nostri e come gli altri sono culturalmente italiani. Moltissimi quadri della UIL fanno parte delle RSU e delle strutture sindacali di categoria e territoriali. Quali politiche andremo a proporre al XVI Congresso UIL in  materia migratoria e quale ruolo intendiamo riservare agli immigrati nostri iscritti ed attivisti?

Malgrado la crisi ed a causa del gap demografico tra il nostro Paese e molti altri, il peso degli stranieri in Italia è destinato ad aumentare e potrebbe arrivare pesare fino al 20% della popolazione complessiva nei decenni a venire. Vi sono ormai settori che funzionano quasi solo grazie alla presenza degli stranieri, primo tra tutto il settore dei servizi alla persona (con oltre l’80% della manodopera composta da stranieri), seguito dal commercio (26,2%), edilizia (21,7%), agricoltura (15,9%), settore dei trasporti (12%).

Una presenza così massiccia di stranieri nel mercato del lavoro obbliga il sindacato a rivedere le proprie strategie, sia sul fronte contrattuale, sui servizi offerti a tutela dei nuovi cittadini, ma anche sul piano delle politiche migratorie e di cittadinanza. Non ultimo è necessario valorizzare i canali di affiliazione ed integrazione di giovani quadri sindacali di origine straniera.

Ed anche la natura del Sindacato sta cambiando, assumendo caratteristiche sempre più multietniche. Non si può più dunque confinare ad una nicchia dipartimentale dell'attività sindacale un tema così grande e trasversale che sta trasformando il mercato del lavoro e l'intera nostra società. E necessaria una sorta di rivoluzione culturale nella UIL, capace di reimpostare la propria strategia ed azione, tenendo necessariamente in conto i profondi cambiamenti che già hanno mutato il mondo del lavoro e la società.

In questo senso è necessaria una maggiore collaborazione tra tutte le strutture e servizi del nostro sindacato, qualificare la nostra proposta politica e rafforzare la presenza ed il ruolo dei nuovi cittadini nella UIL, e nell'intero movimento sindacale. Le attività di tutte le strutture UIL e dell’Ital in materia di politica migratoria hanno fornito ormai da anni sostegno a migliaia di stranieri nei luoghi di lavoro per tutelarne condizioni e diritto alla carriera; nella società nel superare le trappole della burocrazia.

Possiamo fare molto di più per conquistare alla UIL un pezzo crescente del mercato del lavoro e della cittadinanza. Al Congresso UIL in Novembre vorremmo chiedere più attenzione alle tematiche relative alla multi etnicità e difesa dei diritti umani e civili; più presenza e più protagonismo nella UIL dei quadri e dirigenti stranieri; ed infine un maggiore riconoscimento del lavoro svolto dal Coordinamento  Nazionale Immigrati: in pratica una valorizzazione del suo ruolo e funzioni dell’azione UIL in campo migratorio.

Giuseppe Casucci
Dipartimento Nazionale Politiche Migratorie UIL
 

Coordinamento Nazionale Immigrati, Roma 16 luglio 2014, ore 10.00 – 13.30, sede UIL Nazionale, Via Lucullo 6 – Sala Bruno Buozzi (6° piano).

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