Roma, 26 aprile 2021 – Oggi ricordiamo Chernobyl, la centrale nucleare esplosa 35 anni fa.
Dopo 35 anni dall’incidente catastrofico che cambiò per sempre la vita di migliaia di persone e condizionò scelte future dell’umanità, è interessante vedere il telegiornale dell’epoca, dove la propaganda dell’Unione Sovietica tentava in tutti i modi di sminuire il pericolo della morte invisibile.
Tutto accadde il 26 aprile 1986, alle ore 1:23:46 del mattino durante un test di sicurezza andato male. Un’esplosione provocò un incendio che immise nell’aria una enorme quantità di polveri radioattive.
Dopo aver cercato di nascondere l’incidente, l’Unione Sovietica, di cui l’Ucraina faceva allora parte, finalmente riconobbe la gravità della situazione ed evacuò centinaia di migliaia di persone da decine di città e villaggi.
Al contempo furono mobilitati decine di migliaia di “liquidatori”, dotati di rudimentali mezzi di protezione, per costruire un sarcofago attorno al reattore e cercare di ripulire le aree contaminate, di fatto condannandone un elevato numero, stimato in 4 mila, a morte certa.
Nubi radioattive hanno contaminato – secondo alcune stime – fino a tre quarti dell’Europa, spaventando il mondo intero.
Migliaia di altre persone morirono in seguito a malattie legate alle radiazioni, come il cancro, sebbene il bilancio totale delle vittime e gli effetti sulla salute a lungo termine rimangano oggetto di intenso dibattito.
Lo scorso anno, la serie televisiva su Chernobyl ha descritto in modo veritiero gli avvenimenti dell’epoca.
Marianna Soronevych