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Calano gli infortuni sul lavoro, anche tra gli immigrati

Anche nel 2011 calati incidenti e morti bianche. Il 16% degli infortuni riguarda lavoratori stranieri: “Sono impiegati in settori rischiosi, hanno turni più lunghi e la formazione sulla sicurezza è inadeguata”. Il rapporto dell’Inail

Roma – 10 luglio 2012 – Diminuiscono gli infortuni e i morti sul lavoro, anche tra i lavoratori immigrati. Che però continuano ad avere più incidenti, proporzionalmente, rispetto ai colleghi italiani.

Il Rapporto annuale INAIL 2011, presentato oggi a Montecitorio, dice che lo scorso anno stati denunciati complessivamente all’istituto 725.174 infortuni, con un calo del 6,6% rispetto ai 776.099 del 2010. In flessione del 5,4% anche i casi mortali, passati da 973  a 920. In generale, dunque, rispetto al 2010 si sono verificati 51 mila infortuni in meno e da due anni il numero dei decessi rimane ben al di sotto dei mille casi.

Su questi dati pesa anche la crisi economica, perché con meno lavoro vuol dire anche meno occasioni per farsi male. Il rapporto però stima che il calo “reale” degli infortuni sul lavoro, al netto dell’effetto perdita di quantità di lavoro svolto per alcuni settori ad alto rischio infortunistico, si possa stimare intorno al -5% per gli infortuni in generale e al -4% per quelli mortali. “Tali riduzioni – sottolinea l’Inail – sono quelle da attribuire, dunque, all’effettivo miglioramento dei livelli di rischio in atto ormai da molti anni nel nostro Paese”.

E i lavoratori stranieri? Quelli assicurati all’Inail nel 2011 sono stati circa 3 milioni, l’1,3% in più dell’anno precedente e ben il 17,8% in più del 2007. Un incremento in tempi di crisi che l’istituto attribuisce “non solo a un numero maggiore di assunzioni, ma soprattutto alla regolarizzazione dei contratti di badanti e colf” . E non è un caso che le lavoratrici straniere siano aumentate del 30% circa dal 2007 ad oggi, contro il 9,4% degli uomini.

Tra gli stranieri si è passati dai 119.396 infortuni del 2010 ai 115.661 del 2011 (-3,1%) e anche tra i casi mortali c’è stata una lieve flessione (138 contro 144 dell’anno precedente). Gli infortuni degli immigrati rappresentano il 15,9% degli infortuni complessivi, quelli dei soli extracomunitari, invece, l’11,7%. Se si considerano le morti sul lavoro le percentuali sono rispettivamente del 15% e dell’ 8,8%.

L’incidenza infortunistica, espressa dal rapporto tra infortuni denunciati e lavoratori assicurati all’INAIL, risulta più elevata per gli stranieri rispetto a quella degli italiani, rispettivamente 38,4 casi denunciati ogni 1.000 occupati contro i 35,8. “A determinare queste differenze – sottolinea l’Inail – concorre senz’altro l’occupazione prevalente degli immigrati in settori particolarmente rischiosi nei quali l’attività manuale è prevalente (Edilizia, Industria pesante, Agricoltura), i turni di lavoro sono più lunghi e spesso la formazione professionale non è adeguata”.

In generale risulta che il 94,3% degli infortuni degli stranieri si verifica nell’Industria e servizi, il 5% in Agricoltura e lo 0,7% tra i Dipendenti conto Stato.

Il settore più colpito è quello delle Costruzioni che con poco più di 13.200 infortuni copre l’11,5% del complesso delle denunce. Il settore, caratterizzato da un’elevata rischiosità, risulta primo anche per numero di decessi che, pur in diminuzione rispetto al 2010, sono stati 28. A seguire, l’Industria dei metalli (7,8%) e i Servizi alle imprese (7,6%) che inglobano anche le attività di pulizia. Per quanto riguarda i casi mortali, oltre alle Costruzioni si registra un numero significativo di decessi nei Trasporti e in Agricoltura (rispettivamente 15 e 14 morti).

Romania, Marocco e Albania nell’ordine sono le comunità che ogni anno denunciano il maggior numero di infortuni sul lavoro totalizzandone oltre il 40%. Se si considerano, poi, i casi mortali la percentuale sale al 51,5%, riportandosi ai valori del 2009, quando superava il 50%.

Più in dettaglio, nel 2011 la Romania risulta prima nella graduatoria sia per le denunce (oltre 19.000) che per i decessi (43 casi). Il Marocco si colloca al secondo posto con 15.735 denunce e al terzo posto per i casi mortali (7). L’Albania, infine, terza nelle denunce (11.715 casi), è al secondo posto per gli eventi mortali (21 casi). La distribuzione dei casi di infortunio per Paese di nascita non evidenzia particolarità rispetto alla situazione fotografata negli anni scorsi, tuttavia emerge il caso dell’Ucraina che, quest’anno, con 5 decessi è al quinto posto della graduatoria dei casi mortali (diciassettesima nella graduatoria degli infortuni in complesso).

Il più alto numero di denunce di infortuni si concentra nelle Rregioni dove c’è più occupazione immigrata: Lombardia (24.981 denunce nel 2011, pari al 21,6% del complesso), Emilia Romagna (22.404) e Veneto (17.157) che insieme totalizzano il 55,8% delle denunce e il 44,9% dei decessi. Per i casi mortali, però, nel 2011 emerge il Lazio con 19 morti.  A livello di grandi ripartizioni territoriali, il 42,3% degli infortuni avviene nel Nord-Est e ben il 75% al Nord. Il Mezzogiorno fa registrare il 7,1% delle denunce in complesso e il 14,5% degli eventi mortali.

Ci sono infine infortuni che si possono solo immaginare. Sono quelli dei lavoratori in “nero”, tante volte immigrati, che vengono alla luce solo nei casi più gravi o mortali, mentre la stragrande maggioranza delle volte non vengono denunciati. L’INAIL, partendo dai dati Istat e utilizzando i propri indicatori di rischio con opportuni fattori correttivi, ne ha stimati per il 2010 circa 164.000, confermando una sostanziale stabilità rispetto ai 165 mila dell’anno precedente.

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Inail. Rapporto Annuale 2011

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