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Gli immigrati per l’Italia, un tesoro da 123 miliardi di euro. Rapporto Caritas Migrantes

2,4 milioni di occupati stranieri producono l’8,8 per cento del Pil. Perego e Soddu: "Raccontiamo quanto l’Italia e gli italiani ricevono dai migranti"

 
 
 
Milano – 5 giugno 2015 – L’immigrazione è una risorsa, sconosciuta e sciupata. 
 
Basti pensare che i lavoratori stranieri in Italia producono l’8,8 per cento del Pil, la nostra ricchezza complessiva, un tesoro da 123 miliardi di euro. Fanno bene all’Italia, ma anche ai Paesi d’Origine, dove riportano l’esperienza e il capitale sociale acquisito qui, e dove mandano risparmi (5,5 miliardi di rimesse nel 2013) che creano sviluppo. 
 
Eppure, i 2,4 milioni di occupati stranieri, (l’11% del totale)  in media guadagnano meno degli italiani (993 euro contro 1326), vengono impiegati in professioni non qualificate (35,9% dei casi), in generale godono di un basso prestigio sociale. Se però, per esempio, non ci fossero loro, a chi affideremmo lavori domestici, di cura, infermieristici o di pulizia?
 
Sono riflessioni che saltano fuori dal Rapporto Immigrazione 2014 presentato ieri a Milano da Caritas e Migrantes.
 
“Il più delle volte si sente parlare e si descrivono i migranti come “quelli che chiedono”, “gente a cui dare”, poiché “in stato di bisogno”. Dall’esperienza maturata in tanti anni di servizio, Caritas e Migrantes, in queste pagine, hanno voluto invertire la prospettiva” scrivono nell’introduzione i direttori  mons. Gian Carlo Perego (Migrantes) e mons. Francesco Soddu (Caritas Italiana). 
 
Il rapporto racconta infatti “quanto invece l’Italia e gli italiani ricevono dai migranti che hanno scelto o continuano a scegliere il territorio italiano come meta di emigrazione”. Descrive “i volti delle persone che si incontrano, dei nuovi cittadini che, pur non essendo italiani, contribuiscono attivamente a sostenere l’Italia ancora in difficoltà economiche e culturali”.
 
Secondo l’Istat gli stranieri in Italia sono oltre 5 milioni, l’8,3% della popolazione. Cosa fanno qui? Ce lo dicono i loro permessi di soggiorno, rilasciati per lo più per motivi di lavoro (48,2%) e di familiari (40,8%, ma è un documento che consente anche di lavorare). Ci sono poi i permessi legati  alla richiesta di asilo e di protezione umanitaria (4,8%), in crescita rispetto al passato tanto da superare quelli per studio. 
 
Tra le comunità, la più consistente è quella romena (22%), seguita dall’ albanese (10,1%) e dalla marocchina (9,2%), un podio su cui salgono oltre il 40% degli stranieri residenti. In tre regioni del Nord e in una del Centro si concentra il 57% dell’intera popolazione straniera in
Italia:  Lombardia (22,9%), Lazio (12,5%), Emilia Romagna (10,9%) e Veneto (10,5%).
 
Stranieri, sì, ma per quanto ancora? I dati dicono infatti che aumentano le acquisizioni di cittadinanza: 65 mila nel 2012, il 16% in più dell’anno precedente. E intanto oltre 800 mila alunni “stranieri” studiano nelle nostre scuole, italiani anche loro, prima o poi. 
 
Scarica la sintesi e le slide del rapporto Caritas Migrantes
 
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