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Meloni dopo il Consiglio europeo: “Difficile mettere d’accordo tutti sul tema migranti”

Roma, 3 luglio 2023 – Durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Giorgia Meloni ha commentato l’esito del recente Consiglio europeo, focalizzandosi principalmente sulla questione migranti e fondi. Secondo la Premier l’Unione Europea ha compiuto un “totale cambio di passo”, e per questo ha sottolineato che investire nella stabilità del Nord Africa e prevenire le partenze è diventato un primario interesse italiano e finalmente una priorità europea.

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Migranti, Meloni: “Difficile mettere d’accordo tutti”

“Sulla dimensione esterna siamo tutti d’accordo. Sulla dimensione interna, no. Ma è normale, perché su un tema così divisivo è difficile trovare regole che vadano bene per tutti. Mi auguro ci siano margini per avvicinare le posizioni. L’accordo di tutto il Consiglio Ue sulla cosiddetta dimensione esterna, che offre un approccio completamente nuovo rispetto al passato in tema di contrasto ai flussi migratori, è un indiscutibile successo italiano. Il Patto migrazione e asilo va avanti“, ma “vendere questo accordo come una soluzione efficace è sbagliato: la mia priorità è fermare i flussi illegali prima che partano e stroncare il traffico di esseri umani. Quindi può aiutare l’Italia in misura relativa, anche perché il principio cardine di Dublino dello Stato di primo approdo non è stato superato e l’onere su nazioni come l’Italia è ancora troppo elevato.”, ha spiegato Meloni.

“Bisogna lavorare insieme sui confini esterni, soprattutto attraverso una cooperazione paritaria con i Paesi africani”, ha aggiunto inoltre. Rispetto alla posizione presa da Polonia e Ungheria, poi, ha commentato: “E’ normale che ciascuno faccia il proprio interesse. Capita che non corrispondano gli interessi, e ognuno fa bene a difendere i suoi. Soprattutto la Polonia, ma anche l’Ungheria, hanno accolto milioni di profughi ucraini ricevendo dalla Ue contributi inferiori al necessario. Di contro, secondo l’accordo dell’8 giugno, sarebbero tenute a versare 20 mila euro per ogni migrante anche irregolare non ricollocato. Il tutto, aggravato dal blocco degli stanziamenti per i loro Pnrr nazionali. La loro rigidità è comprensibile e io ho sempre grande rispetto per chi difende i propri interessi nazionali. Si può’ superare ricostruendo un rapporto di fiducia e in questo senso cerco di dare il mio contributo”.

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