Roma, 1 ottobre 2020 – La nuova proposta annunciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen non prevede un’effettiva modifica del principio del Paese di primo ingresso, ma solo che questo non si applichi nel caso in cui il migrante ha già un parente che risiede in uno Stato nell’Ue oppure ha lavorato o studiato in un Paese diverso da quello di arrivo. Gli Stati si impegneranno nella gestione dei flussi a sostegno di quelli in prima linea, potendo optare tra diversi strumenti di solidarietà: l’accoglienza di migranti, la logistica dei rimpatri di richiedenti non idonei a restare in Europa oppure la fornitura di assistenza, in termini di personale, mezzi o fondi. Ma su base volontaria.
È questo il punto criticato da Emma Bonino, – sottolinea Il Fatto Quotidiano – intervenuta al Festival delle Città in corso a Roma. Per la senatrice di +Europa “non è una proposta legislativa, tantomeno non si tratta di ricollocazioni obbligatorie, ma solo di un patto su base volontaria. È abbastanza deludente“. Con realismo per la Bonino “su questo tema non ci sarà nessuna rivoluzione copernicana, ma intanto sarebbe utile non sprecare questo tempo e noi abbiamo depositato la proposta ‘Ero Straniero’ che però giace in Parlamento a prendere polvere”.