Roma, 5 dicembre 2023 – Oggi il Consiglio dei Ministri esaminerà il disegno di legge per la ratifica del Protocollo tra Italia e Albania sui migranti. Un protocollo, firmato il 6 novembre tra Giorgia Meloni ed Edi Rama, che ha destato polemiche e sarà al centro di un probabile iter movimentato in Parlamento. Il testo del disegno di legge definirà le coperture finanziarie e le prime norme attuative del protocollo. In particolare, si potrà comprendere meglio il progetto di realizzare in Albania le strutture previste al porto di Shengjin e nell’area di Gjader.
Migranti, oggi in Cdm la ratifica dell’accordo con l’Albania
Le opposizioni avevano contestato sin da subito la mancata ratifica parlamentare, sottolineando la necessità di chiarimenti sul dettaglio dell’accordo. A metà novembre, il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha inviato una lettera al governo chiedendo spiegazioni, e successivamente il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato l’intenzione di sottoporre il disegno di legge alle Camere.
Delle due strutture che verranno realizzate, la prima, destinata all’approdo dei migranti, avrà una recinzione esterna di 4 metri con filo spinato e varie aree interne, comprese quelle per il trattamento antiscabbia e l’uscita verso i campi di accoglienza e trattenimento. La struttura a Gjader, invece, sarà dedicata all’accertamento dei presupposti per la protezione internazionale e il rimpatrio dei migranti.
Un punto nodale rimane il numero dei migranti che potranno essere ospitati. Mentre la firma del protocollo parlava di 36.000 all’anno, il testo chiarirà che le strutture possono ospitarne al massimo 3.000 contemporaneamente. Inoltre, il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari ha specificato che i migranti possono essere trattenuti oltre i 28 giorni anche in Albania, con un limite massimo di 18 mesi previsto dalla legge italiana. La gestione delle aree concesse da Tirana a Roma sarà esclusivamente sotto la giurisdizione italiana, e l’Italia dovrà sostenere tutti gli oneri al 100%. Ciò include la creazione di un fondo di garanzia e il versamento di 16,5 milioni di euro all’Albania entro tre mesi dall’entrata in vigore dell’accordo, come anticipo dei rimborsi per il primo anno.
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