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Bill Gates: “L’immigrazione rende grandi, pensate agli Usa”

“Questo processo offre più opportunità che svantaggi. L’Italia aiuti l’Africa e diminuiranno i flussi, ma ci vorranno almeno vent’anni”

Roma – 27 giugno 2016 – “L’immigrazione è un tema controverso, ma non posso evitare di pensare che nel passato il grande problema era l’immigrazione europea verso l’America. Ecco, bisognerebbe esaminare la storia e vedere che grazie all’immigrazione gli Stati Uniti sono diventati un grande Paese”.

Parole di Bill Gates, inventore di Microsoft e filantropo.  “ Capisco – dice oggi in una lunga intervista al Corriere della Sera – che ci sia gente che vede le cose cambiare troppo, o troppo in fretta; che è a disagio perché alcuni ricevono molto appoggio, altri no. C’è stata una reazione negativa, perfino in Germania, quando è sembrata aprirsi troppo ai migranti. Ma non c’è scappatoia su immigrazione, innovazione, globalizzazione: creano controversie, eppure non potranno essere rallentate”.

Quanto alla “sindrome dell’assedio”, secondo Gates “è  un problema dei politici ed è una percezione reale. E qualcosa va fatto. Ma la veduta estrema che nega i benefici del commercio, dello scambio di talenti che fa così bene al mondo, indica che questo processo offre più opportunità che svantaggi. Anche su questo, gli Usa offrono ottimi esempi”.

Riguardo alla crisi in corso, bisogna fare dei distinguo. “In Medio Oriente, mi riferisco alla Siria e allo stesso Iraq, si tratta di un esodo alimentato dalla guerra. Ritengo che nello spazio di cinque, dieci anni dovrebbe esaurirsi. Per quanto riguarda l’Africa, credo che occorrerà un ventennio almeno affinché si creino condizioni tali da scoraggiare le persone a cercare opportunità in luoghi diversi dai loro Paesi. Ma la situazione in Africa sta migliorando. Il caso dei rapporti tra Stati uniti e Messico è molto istruttivo”.

Gates ricorda che “c’è stato un momento in cui l’esodo di messicani negli Stati Uniti era massiccio. Poi, grazie all’aiuto finanziario offerto al Messico, il fenomeno si è riassorbito. E negli ultimi tre o quattro anni l’immigrazione dal Messico negli Usa si è praticamente azzerata, perché si sono create condizioni migliori per chi vive in quel Paese. D’altronde, è impressionante lasciare il posto dove sei cresciuto, dove ci sono la tua cultura e la tua lingua, per andare altrove”.

Con la Fondazione che porta il suo nome, Gates è molto attivo in Africa e sta chiedendo anche all’Italia fondi per i suoi progetti umanitari. 

“Intanto – dice – per una questione morale, che a mio avviso è la più forte. Esiste un problema umanitario di un’area del mondo nella quale le popolazioni non hanno cose che in Occidente sono date per scontate. L’altro è che l’Italia si trova alla frontiera con l’Africa. Aiutare questi popoli nei loro Paesi, renderli autosufficienti, ridurre il tasso di crescita demografica che è altissimo, ridurrebbe anche la pressione migratoria”.

 

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