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Accordo Italia-Albania: tra costi incontrollati e ritardi continui si rivelerà un vero e proprio flop

Roma, 15 aprile 2024 – Quella che doveva essere una vera e propria svolta nella gestione delle migrazioni, come già sospettato, si sta rivelando un vero e proprio flop. Il progetto del governo italiano di creare dei centri per migranti in Albania, infatti, sembra incappare in una serie di difficoltà e di ritardi piuttosto significativi. Nonostante l’inizio dei lavori il 23 marzo, quindi, il termine previsto per la consegna dei centri, il 10 novembre, pare ormai un obiettivo irraggiungibile. Perciò l’apertura dei centri, inizialmente pianificata per il 20 maggio, rischia di slittare di mesi, addirittura fino alla fine dell’estate. E questo a causa delle molteplici complicazioni riscontrate sul territorio durante i sopralluoghi iniziali. Soprattutto quando si parla di costi.

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Migranti, ancora ritardi sull’accordo Italia-Albania

Le prime analisi sui documenti ufficiali rivelano il bluff dietro l’operazione Albania, il cui costo, già elevato, potrebbe addirittura sfiorare la cifra di un miliardo di euro in cinque anni. I costi ufficiali, stimati intorno ai 150 milioni di euro all’anno per cinque anni, si rivelano quindi solo la punta dell’iceberg, considerando che si aggiungono costi non quantificabili come quelli per i trasporti e la sanità, oltre ai subappalti “senza limiti di spesa”. Anche i costi per la realizzazione dei centri, stimati intorno ai 65 milioni di euro e affidati al Genio militare, sono da considerarsi come costi aggiuntivi non preventivati.

Insomma, ci si chiede se ne valga veramente la pena. L’opposizione politica critica aspramente l’accordo Italia-Albania, definendolo un flop e sottolineando l’aumento continuo dei costi. Matteo Mauri del Ps, per esempio, denuncia che i costi sono saliti ben oltre i 700 milioni di euro totali, definendo questa spesa spropositata per un’iniziativa ritenuta completamente inutile.

Nonostante ciò, il ministero dell’Interno si appresta ad aggiudicare una gara da 36 milioni di euro per la gestione dei centri, mentre resta ancora da bandire la gara per la fornitura dei moduli prefabbricati. L’intera operazione sembra dunque essere oggetto di un dibattito acceso e di crescenti critiche, mettendo in luce le incertezze e i problemi di un progetto ambizioso che si scontra con la realtà.

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