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Acli: “Si va verso restringimento dei diritti”

"L’Italia è l’unico paese europeo che non ha una legge ben strutturata sull’asilo politico" ROMA, 30 settembre 2008 – ”Il tema dell’immigrazione deve essere affrontato dalla politica sapendo che travalica i tempi corti delle legislature. Come non c’è mai stata una politica chiara della emigrazione, che abbia fornito certezze agli emigrati, così accade per gli immigrati”.

Sono le affermazioni di Pino Gulia, responsabile immigrazione della Acli.

”L’Italia è l’unico paese europeo che non ha una legge ben strutturata sull’asilo politico, e ci si rincorre con dei provvedimenti senza fare una legge organica. Quest’ultimo decreto legislativo ci dice questo: si bloccano le situazioni di gravità che arrivano alle nostre porte, e si mette il cappio al collo alle persone che hanno tutto il diritto di fare domanda d’asilo. Si stanno abbassando i diritti”, ha aggiunto.

”Sul restringimento del diritto al ricongiungimento familiare – prosegue la nota – il giudizio è ancora più severo: il ricongiungimento familiare è il primo sintomo che permette di esprimere la pienezza dell’essere cittadino, lavoratore e uomo, ma contemporaneamente da’ una sicurezza sociale”.

Secondo Gulia, è necessario ora aprire ”un dibattito serio. Il disegno di legge Amato-Ferrero andava in questo senso, ed era un’intuizione giusta, sia perchè controllata dalle amministrazioni, sia perchè confrontata con la società civile. Permetteva l’ingresso per sponsorizzazione attraverso alcune garanzie, o per l’autosponsorizzazione, o attraverso elenchi che possono essere stilati nei paesi d’origine ma che sono controllati e sveltiti dalle amministrazioni”.

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