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Affitti brevi, le nuove regole: ecco cosa cambierà

Roma, 7 ottobre 2021 – Il via libera alla banca dati delle strutture ricettive comporta una serie di modifiche rispetto agli affitti brevi. Un settore, quello, che spesso riesce a non rientrare nelle statistiche e nei controlli, nonostante la sua crescita.

Affitti brevi, cosa cambierà

Presto verrà creata una piattaforma in grado di raccogliere tutte le informazioni rispetto alle strutture ricettive e agli alloggi per gli affitti brevi. Verrà attribuito un codice identificativo da esporre su ogni annuncio, e verranno previste anche delle sanzioni per chi non lo inserirà. Si tratta di multe dai 500 euro fino ai 5mila euro per ogni unità “non schedata”. L’obiettivo, infatti, è quello di riuscire a definire una mappa per tracciare l’offerta e far emergere chi non è in regola. Ancora, però, non c’è una data di avvio: nelle prossime settimane il ministero dovrà comunicare da quando entrerà in vigore l’obbligo. Successivamente, poi, verranno pubblicati anche i parametri che delimitano i confini della locazione turistica. E dipenderanno dai servizi offerti, dall’accessibilità, dal numero di posti letto, dalla presenza o meno di attrezzature, dalle strutture ricreative. Poi ancora dalle attività legate al benessere della persona o dalle aree di sosta.

Dopodiché, sarà compito delle regioni quello di trasmettere i dati raccolti sul territorio alla banca dati nazionale, secondo modalità da definire sempre nell’intesa. “E’ uno strumento che chiedevamo da molto tempo. Non solo per la lotta all’evasione e alla concorrenza sleale, ma anche per fotografare quei fenomeni che in passato, in assenza di controlli, hanno provocato lo svuotamento delle città”, ha commentato Confindustria Alberghi. “E’ l’ennesimo obbligo”, ha sottolineato invece Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia. “Si aggiunge ai tanti introdotti negli ultimi anni. Si pensi alla comunicazione alla Questura, alla ritenuta Irpef sui canoni, alla comunicazione alle Entrate da parte di intermediari e portali, alla recentissima e illogica presunzione di imprenditorialità in funzione del numero degli appartamenti. Invochiamo una tregua normativa sul tema”.

“Il problema è che, senza individuare un titolare dei controlli, le norme poi restano lettera morta. E anche se noi operatori professionali investiamo e filtriamo l’offerta, così ci sarà sempre chi preferirà farlo in nero. Messo in piedi il sistema di regole, vanno erogate le sanzioni. La verifica dei codici sugli annunci può essere fatta anche digitalmente e la Pa si deve dotare di mezzi per eseguire certi controlli. Sanzionando anche i portali che pubblicheranno offerte non regolari”, ha dichiarato poi in conclusione Marco Celani, presidente dell’associazione Aigab.

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