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Il cardinale Vegliò: “In attesa dello ius soli si introduca lo ius culturae”

"I profughi in Italia sono 50mila, ma non bisogna parlare di emergenza e di dramma"

Roma, 21 giugno 2013  – "L'applicazione dello 'ius soli' sarebbe augurabile, anche se non dovrebbe tradursi semplicisticamente in un diritto di cittadinanza per chiunque venga a nascere in Italia e poi magari viene riportato al Paese d'origine. Ma nel frattempo, e' auspicabile che si introduca nel nostro Paese quel che potremmo definire 'ius culturae' per chi e' nato in Italia e ha compiuto un percorso culturale e linguistico".

E' quanto propone il cardinale Antonio Maria Veglio', presidente del Pontificio Consiglio per i migranti, prima di presiedere la veglia di preghiera nella basilica di Santa Maria in Trastevere dedicata alle vittime dei 'viaggi della speranza' di immigrati, profughi e rifugiati.

Veglio' ricorda poi che "in Italia, i profughi sono circa 50.000 e non puo' considerarsi un numero eccessivo, da far scattare allarmi e far parlare di emergenza e di dramma, visto che in Germania sono oltre 500.000 e in Francia quasi 200.000 e spesso dal nostro Paese puntano poi a passare il confine per trasferirsi nel centro e nord d'Europa. Purtroppo, ci sono mentalita' egoistiche e chiusure culturali, ovviamente contrarie allo spirito cristiano. Gli Stati europei, tutti, Italia compresa, devono essere piu' generosi", esorta il cardinale.

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