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La lettera. ‘Il mio amore per l’Italia ha radici profonde, Salvini non le sradicherà’

Ho un sogno che mi mantiene sveglio da 10 anni, un sogno che non vedo l’ora che si realizzi. Quel giorno in cui potrò rispondere a tutti quelli che una volta mi vedranno emozionato più di loro durante le partite della nazionale italiana.
Quelli che mi hanno visto in campo a Catania nel 2015 durante la partita della squadra di pallamano femminile mentre cantavo “fratelli d’Italia” con le lacrime emozionato e triste allo stesso momento e mi guardarono sorpresi.
Volevo rispondere a tutti che amo l’Italia e sono italiano ma non potevo, perché non sono bugiardo, amo l’Italia ma sono straniero extracomunitario. L’ho sempre sentito – non dal popolo ma della legge – che ovunque vado, qualsiasi strada scelgo di seguire me lo ricorda sempre.
All’università durante una visita tecnica alla pista dell’aeroporto di Palermo mi hanno fatto entrare per ultimo dopo una seria di verifiche: ringrazio il Rettore dell’università che ha chiamato di persona per chiedere che mi venisse dato l’accesso per raggiungere i miei colleghi. C’erano due tunisini con me, ma avendo la cittadinanza italiana non hanno avuto alcun problema. Io invece sì. Da quel momento è nato il sogno di diventare italiano, anche per non sentire più la discriminazione. Credo di essere un cittadino del mondo, quel mondo senza frontiere che ci hanno impiantato in testa mentre si tratta solo di una cosa immaginaria.
Ho lasciato il percorso universitario a causa di problemi finanziari, ed ho iniziato un corso di formazione professionale in saldatura subacquea, ma di nuovo la legge mi ha messo da parte. Da operatore tecnico subacqueo, essendo straniero, la legge non mi permette di ottenere l’iscrizione nel registro sommozzatori locale. Ciò mi impedisce di svolgere un lavoro dentro le aree portuali.
Contavo gli anni da uno a 10, e la passione per diventare cittadino cresceva. Ma appena ho raggiunto i 10 anni di residenza richiesta per fare la domanda di cittadinanza, dopo gli studi universitari e lavoro in regola, arriva il Decreto Salvini per ricordarmi che non ho diritto di sognare. E’ un decreto che vuole soltanto cercare di distruggere la mia pazienza, credendo che io possa abbandonare l’Italia e tornare a casa mia come ripetono tanti che non capiscono che l’amore per questa terra ha creato radici profondi e che nessuno è in grado di sradicarli.
Nessuno ha mai scelto la sua patria ma tutti scegliamo in quale terra vogliamo appartenere, dove vogliamo vivere e dove ci sentiamo bene. Come l’amore per una ragazza che il cuore sceglie per la sua bellezza fisica e morale, il mio cuore ha scelto l’Italia per la sua bellezza naturale, per la bella cultura e il buon cibo, per la generosità del popolo del Sud (che Salvini chiama terroni ed io li chiamo fratelloni), quella gente che mi ha sempre trattato come se fossi uno di loro da Palermo, Enna, Catania, Agrigento, Ragusa, Gallipoli.. Perché sono già uno di loro e lo sento tanto profondo, perché sono italiano dentro.
Elaiba Chaouki 

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