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Lampedusa. Arci: “Il governo garantisca l’ accoglienza”

Miraglia: “Subito un tavolo delle organizzazioni, riapertura dei centri di primo soccorso e trasferimenti rapidi. Non si violino i diritti come negli anni passati”

Roma – 20 marzo 2012 – “E’ necessario che il governo attivi subito un Tavolo con le organizzazioni che si occupano di migranti, per elaborare un piano di intervento atto a garantire una gestione democratica e dignitosa dell’accoglienza e dei trasferimenti”. Lo dichiara Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci. “Ce ne sono le condizioni – prosegue Miraglia – purche’ si intervenga con tempestivita’, nel rispetto dei diritti umani e con una gestione trasparente”.

“Trascorso l’inverno – sottolinea – Lampedusa torna a essere meta di sbarco per i tanti che sono costretti ad allontanarsi da Paesi dove domina ancora instabilita’ e insicurezza, o vere e proprie guerre civili. Non era difficile prevederlo, ma ancora una volta l’Italia  arriva impreparata all’appuntamento.

L’accoglienza per chi arriva  appare, addirittura, piu’ difficile degli anni passati: il centro di Contrada Imbriacola, dopo l’incendio, e’ ancora chiuso. E’ necessario che venga messo in condizione di essere riaperto al piu’ presto. Per la prima ospitalita’, inoltre, va rimessa in funzione anche l’ex base Loran, utilizzata nel recente passato per l’accoglienza dei minori stranieri”.

“Tutte le strutture – prosegue Miraglia – in particolare quella di Contrada Imbriacola – vanno utilizzate per gli scopi che gli sono propri: prima accoglienza e soccorso, con una netta cesura rispetto al passato, quando, invece, erano diventate veri e propri centri di detenzione. Proprio per questo – precisa – Arci e Asgi hanno presentato un esposto alla Procura di Agrigento in cui si paventa anche il reato di sequestro di persona. Entro le 48 ore previste dalla legge – rimarca – vanno attivati i trasferimenti, consolidando e allargando la rete territoriale d’accoglienza: sia quella che fa capo alla Protezione civile, sia quella del sistema Sprar, entrambe insufficienti a coprire la richiesta di posti”.

“La rete d’accoglienza – prosegue il responsabile immigrazione Arci – va ricondotta presto a un sistema unico con standard adeguati, affinche’ non si determinino le situazioni passate,con i migranti collocati in strutture improprie e del tutto inadeguate, prive di servizi e di personale qualificato. Va garantito, inoltre, alle organizzazioni sociali che lavorano coi migranti, di intervenire sia al momento dello sbarco, sia all’interno dei centri, per fornire assistenza e informazioni”.

“Non sarebbe tollerabile – conclude Miraglia – il ripetersi della situazione vissuta negli anni del governo Berlusconi, quando, in nome dell’emergenza (non determinata dal numero degli arrivi, ma dalla strutturale inadeguatezza del sistema di accoglienza), la soluzione  scelta era quella di calpestare i diritti dei migranti, costretti a condizioni disumane e degradanti. Grazie alla sentenza della Corte Europea non sono, per fortuna, piu’ possibili i respingimenti in mare, ma questo non basta per avere garanzie sull’accoglienza”.

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