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Riforma del lavoro. I sindacati al Parlamento: “Allungare i permessi dei disoccupati stranieri”

La Lega Nord è contraria, ma anche il Popolo delle Libertà chiede chiarimenti al governo. Cgil, Cisl e Uil: "È una norma contro l’irregolarità"

Roma – 22 maggio 2012 – In commissione Lavoro, a Palazzo Madama, si discute in queste ore sul ddl di riforma del mercato del lavoro scritto dal governo. In particolare, i senatori si sono arenati sull’articolo 58, dedicato agli immigrati che hanno perso il posto.

 

Se passasse, allungherebbe ad almeno un anno rispetto ai sei mesi attuali, e comunque per tutta la durata di eventuali ammortizzatori sociali, la durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione. Scaduto questo, potrebbe ancora rimanere in Italia solo chi dimostra di avere un reddito sufficiente a mantenersi, secondo i parametri  fissati per i ricongiungimenti familiari.

La Lega Nord è nettamente contraria, il Popolo delle Libertà ha chiesto al governo chiarimenti sulla permanenza dopo la scadenza del permesso. Un nodo da sciogliere entro domani, quando il disegno di legge arriverà Aula. Tra l’altro, come ha spiegato il viceministro al Lavoro Michel Martone, l'esecutivo non esclude il ricorso alla fiducia.

Intanto, Cgil, Cisl e Uil fanno muro in difesa dell’articolo 58, una “norma – scrivono in una nota congiunta –   tesa ad impedire lo scivolamento nell'irregolarità e nel sommerso di decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori che, per effetto della crisi, hanno perso o stanno perdendo il lavoro”.

“Sarebbe molto grave – ammoniscono i sindacati – se venisse cancellata o modificata in peggio compromettendo, di fatto, anche la stabilità familiare di quanti vivono e lavorano onestamente nel nostro Paese. Ecco perché ci appelliamo alla responsabilità del Parlamento e di tutte le forze politiche perché approvino una norma di buon senso che per altro non ha nessun costo, previene fenomeni di dumping sociale e risponde ad un bisogno di giustizia e di legalità”.

Elvio Pasca

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