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Test di italiano per la carta di soggiorno. La promozione? Dipende anche da dove lo fai

Lo supera in media l'80% dei candidati, ma il dato cambia tra una prefettura e l'altra. E una volta su due la convocazione arriva in ritardo. Il report del Viminale

Roma – 19 febbraio 2015 – Sul fatto che la conoscenza dell'italiano sia fondamentale per vivere bene in Italia non ci piove. Questa considerazione è entrata però anche nella legge sull'immigrazione, che dalla fine del 2010 obbliga a superare un test di lingua italiana chi chiede l'ambito permesso ue per soggiornanti di lungo periodo, la cosiddetta carta di soggiorno.
 
Il test viene organizzato dagli sportelli unici per l'immigrazione delle prefetture. I candidati ascoltano delle registrazioni e  leggono dei brani in italiano, quindi rispondono a una serie di domande che servono a verificare il livello di comprensione. Poi si cimentano con la scrittura, simulando ad esempio la stesura di in biglietto di scuse o di un cartolina con dei saluti.

Niente di impossibile, almeno per quelli che ci hanno provato. Secondo un report diffuso qualche giorno fa dal ministero dell'Interno, infatti, dal 9 dicembre 2010 (quando è entrato in vigore)  all'11 febbraio 2015 si sono presentati al test 483 mila immigrati, e 386 mila, circa l'80%, lo hanno superato.

Complessivamente sono state convocate dagli Sportelli Unici 650 mila immigrati, ma in 139 mila non si sono presentati all'appuntamento. Le prefetture più impegnate sono state quelle di Milano (59.666 convocazioni), Roma (46.858) e Brescia (26.960). Seguono Bologna  (18.237), Bergamo (17.532) Firenze (17.165) e Napoli (16.079).

A spulciare bene i dati, però, l'esito del test sembra in qualche modo legato al luogo dove lo si sostiene.

Se la media nazionale dei promossi è dell' 80%, saltano infatti agli occhi oscillazioni significative tra una provincia e l'altra. Solo considerando quelle con più domande, come si spiega che a Napoli il test è stato superato nel 90% dei casi e a Brescia solo nel 67%? Gli immigrati a Brescia conoscono l'italiano peggio che a Napoli oppure hanno avuto la sfortuna di incappare in test e commissioni più severe?

Altro dato interessante, perché evidenzia per l'ennesima volta l'italico abisso tra il dire e il fare, o, meglio, tra la legge e la prassi, è quello sui tempi di convocazione.

Il decreto del ministero dell'Interno (DM 4 giugno 2010) che ha disciplinato il test è chiaro. Dice che “lo straniero presenta, con modalità informatiche, la richiesta di partecipazione al test di conoscenza della lingua italiana alla prefettura”, e che la prefettura lo “convoca entro sessanta giorni dalla richiesta”.

In realtà, il 46% delle convocazioni, è arrivato oltre due mesi dopo la presentazione della domanda. E parliamo sempre della media nazionale, perché andando nel dettaglio scopriamo ad esempio che proprio a Milano, che guida la classifica delle convocazioni, queste sono in ritardo nel 73% dei casi, mentre a Napoli si sale addirittura al 90%.

L'ennesima conferma che gli Sportelli Unici  hanno bisogno di uomini e mezzi per smaltire in tempi certi la burocrazia dell'immigrazione. Altrimenti l'arretrato cresce e ai cittadini stranieri non rimane che aspettare.

Stranieriinitalia.it

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Test di lingua italiana per soggiornanti di lungo periodo. I dati del Ministero dell'Interno

 

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