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Tettamanzi: “Famiglie migranti discriminate”

L’arcivescovo di Milano alla Festa dei Popoli: "A pagarne le conseguenze sono per lo più i giovani" Roma – 7 gennaio 2010 – "Oggi, in questa società e cultura, la famiglia tante volte non è rispettata nei suoi diritti, anzi viene derisa nei suoi valori. I valori autentici dei quali la famiglia e’ portatrice sono spesso rifiutati".

Le famiglie degli stranieri in Italia sono state ieri al centro dell’ omelia in Duomo dell’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, per la messa dell’Epifania dedicata alla Festa dei popoli ed in particolare agli immigrati.

"Purtroppo –ha sottolineato il cardinale- la perdita di consapevolezza verso la famiglia coinvolge soprattutto i giovani. E specialmente questo accade per i vostri figli, carissimi migranti. Sì, i figli dei migranti, una delle speranze del nostro futuro, si trovano a dover fare i conti con questo improvviso e profondo cambiamento di mentalità".

"A contatto con la nuova cultura con cui si devono confrontare –ha proseguito Tettamanzi- avvertono come l’insieme dei valori dei padri possa risultare superato e così rischiano di non vedere più in loro un punto di orientamento efficace per la loro crescita".  Spesso "succede che li giudichino di mentalita’ ‘poco moderna’, come dicono, ma così non si accorgono che proprio la caduta di questi valori renderà la loro vita difficile”.

L’arcivescovo di Milano ha poi parlato di aborto, lamentando che “a non conoscenza o comunque la leggerezza di comportamento di diversi giovani produce conseguenze disastrose e porta a gesti persino disumani pur di liberarsi di un bambino. E ciò a volte accade nell’indifferenza generale o peggio laddove le madri subiscono forme di intollerabile sfruttamento".

Le famiglie dei migranti, secondo il cardinale "diventano oggetto di proposte dal sapore nascostamente discriminatorio, fatte passare, invece, come forme di saggezza culturale e di necessità politica. A pagarne le conseguenze sono per lo più i giovani. Così come accade quando, con gesti sociali e politici gravemente diseducativi, si negano diritti propri dei ragazzi e dei giovani. Senza il rispetto per i diritti umani elementari non ci può essere ”bene comune".

Tettamanzi si è ricolto quindi ai genitori migranti sottolineando come "abbiamo bisogno di una maggiore unità tra noi e di una volontà più decisa ed energica nel portare avanti progetti educativi nuovi per questa nuova società in cui avete scelto di vivere. In questa società italiana -osserva- sempre più composta a buon diritto da cittadini di altre nazionalità, abbiamo bisogno di far emergere il meglio che e’ in ciascuno di noi. Abbiamo bisogno di una riflessione profonda e condivisa sui valori della persona, della cittadinanza e dell’appartenenza religiosa".

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