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Centri di espulsione. Il ministero dell’Interno avvia una verifica

Convocati a Roma tutti i responsabili per discutere di problemi e sicurezza. Kyenge a Crotone: “Accoglienza dei rifugiati è problema europeo”

Roma – 22 agosto 2013 – Il Viminale avvia una nuova verifica sui centri di identificazione ed espulsione.

Una circolare diffusa ieri chiama a rapporto per mercoledì prossimo a Roma tutti i funzionari responsabili delle strutture. L’incontro sarà l’occasione per discutere sulle “problematiche della gestione amministrativa degli stranieri trattenuti”, ma anche di “sicurezza interna ed esterna” dei Centri.

Sul tavolo ci saranno le osservazioni degli stessi responsabili. Dovranno infatti far arrivare entro lunedì prossimo a Giovanni Pinto, direttore centrale dell'immigrazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, “una dettagliata relazione sulle principali criticità registrate, nonché ogni altra utile notizia sull'andamento e/o funzionamento dei Centri”.

Il ministero dell’Interno si muove dopo un’estate di tensioni all’interno dei Cie di tutta Italia, sfociata spesso in rivolte. L’ultima, quella che una decina di giorni fa ha portato alla chiusura del Cie di Isola capo Rizzutto, devastato dai trattenuti dopo la morte di un giovane marocchino.

In realtà un piano di riforma dei Cie era stato già messo a punto sotto il governo Monti da una commissione guidata dal sottosegretario all’interno Saverio Ruperto. Al di là di alcune misure attaccate dalle organizzazioni umanitarie, come le camere di isolamento per i soggetti considerati più pericolosi, proponeva, tra le altre cose, di ridurre il tempo massimo di permanenza all’interno delle strutture.

L’ultimo governo Berlusconi, quando al Viminale c’era il leghista Roberto Maroni, ha infatti portato il termine a diciotto mesi. Una misura che ha fatto salire notevolmente la tensione all’interno dei Cie, e di conseguenza i disordini, senza tra l’altro portare a miglioramenti sensibili sul fronte dell’identificazione ed espulsione dei trattenuti.

Kyenge: "Su accoglienza dei rifugiati si muova l'Europa"

Ieri la ministra per l'Integrazione Cecile Kyenge ha visitato proprio il Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Isola Capo Rizzuto, adiacente al Cie appena chiuso. La ministra, dopo la protesta di alcuni migranti, ha “ispezionato” buona parte della struttura, annunciando che verranno rimossi container, dove le condizioni di vita sono peggiori.

"In questo momento – ha detto Kyenge –  credo che l'attenzione sull'integrazione debba essere a doppio senso, sia verso gli operatori che subiscono sicuramente una tensione enorme perche' non e' facile lavorare all'interno della struttura, sia per i richiedenti asilo che per diverse motivazioni, passano molto tempo all'interno, e quindi da questo colloquio e' emersa la richiesta dello snellimento delle procedure per i richiedenti asilo”.

“Il discorso dei rifugiati – ha sottolineato la ministra – oltre al percorso di accoglienza e di integrazione che sta facendo l'Italia, e' un percorso internazionale, che deve riguardare tutta l'Unione europea, che dunque dev'essere portato avanti non da un unico Paese ma da tutta la comunita', rafforzando gli accordi con i Paesi d'origine. Su questo il nostro ministero sta portando avanti un percorso sostenendo la democrazia e la pace nei paesi di provenienza dei migranti".
EP
 

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