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Coca-Cola resta a Rosarno. I produttori: “Paghi di più le arance”

La multinazionale continuerà ad acquistare in Calabria la materia prima. Coldiretti: “Spezzare la catena di sfruttamento che sottopaga il lavoro ed il suo prodotto”

Roma – 8 marzo 2012 – The Coca Cola Company continuerà ad acquistare a Rosarno e nella piana di Gioia Tauro le arance per produrre la Fanta. Il 100% del succo destinato ai prodotti del mercato italiano rimarrà made in Italy.

“Abbiamo chiesto a Coca Cola di rimanere sul nostro mercato e l’azienda ci ha assicurato che intende farlo e che continuera’ a comprare in Italia tutte le arance che sono necessarie alla produzione dei soft drinks che vengono commercializzati dall’azienda in Italia. Anzi, in futuro ci sarà un incremento nell’acquisto di succhi concentrati dalla Calabria e dalla Sicilia” ha annunciato lunedì scorso il ministro per le Politiche agricole, Mario Catania.

La multinazionale è finita nell’occhio del ciclone dopo un’inchiesta di The Ecologist sullo sfruttamento dei braccianti a Rosarno. Questo nascerebbe anche dai prezzi stracciati (7 centesimi al chilo) imposti ai produttori, che per rientrare nelle spese utilizzerebbero manodopera immigrata sottopagata. Coca Cola aveva respinto le accuse, sostenendo di comprare solo da aziende che rispettano i diritti dei lavoratori, ma la rescissione di un contratto di fornitura aveva fatto temere una sua fuga dalla Calabria.

“Registriamo positivamente la disponibilita’ di Coca Cola, ma occorre garantire un prezzo all’agrumicoltore di almeno 15 centesimi al chilo e aumentare la percentuale di succo di agrumi nelle bibite” commenta Pietro Molinaro, di Coldiretti Calabria, che lunedì ha organizzato una manifestazione a Rosarno. Solo così, secondo l’associazione, “si potrà spezzare, con trasparenza e legalità, la catena di sfruttamento che sottopaga il lavoro ed il suo prodotto”.

 

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