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De Benedetti: “La Bossi-Fini ha fallito, ha creato irregolarità e criminalità”

Il presidente della Fondazione De Benedetti: “Più sono gli irregolari, più crescono i reati”. Kyenge;: “No a etnicizzazione del crimine”

Roma – 24 giugno 2013 – Leggi troppo restrittive creano irregolarità. Ed è nell’irregolarità che cresce anche la criminlità. Concetti che spesso sfuggono all’opinione pubblica, se il 53% della popolazione associa il termine immigrazione al concetto di criminalità, e solo l'8% all'idea di integrazione.

Del rapporto tra immigrazione irregolare e criminalita' si e' discusso in occasione della XV conferenza europea ''Carriere legali ed illegali'', promossa dalla fondazione Rodolfo de Benedetti, che si e' svolta sabato a Caserta con il contributo di docenti ed istituzioni.

''Che la Bossi-Fini abbia fallito – ha sottolineato Carlo De Benedetti, presidente della fondazione Rodolfo De Benedetti – lo ha ammesso lo stesso Fini. La gente ha acquisito l'equazione immigrazione uguale criminalita'. Ma non e' cosi'. Infatti, e' solo con l'immigrazione irregolare che aumenta la criminalita'. E l'immigrazione irregolare e' dimostrato sia aumentata con regole piu' strette: tanto piu' sono gli irregolari, tanto piu' crescono i reati, spesso compiuti da chi dovendo sopravvivere diventa manovalanza della criminalita'''.

Questo trend può essere ribaltato puntando sull'integrazione più che su leggi restrittive. Spiega Tito Boeri: ''Le persone che hanno goduto di un permesso di soggiorno col click-day, hanno violato la legge meno degli altri nell'anno successivo''.

 Il problema carceri (con oltre un terzo dei detenuti di origine straniera) rimane uno dei nodi irrisolti affrontati dalla fondazione. ''Ci stiamo lavorando, predisponendo misure strutturali'' fa sapere in un messaggio letto in apertura del convegno il Guardasigilli, Annamaria Cancellieri. ''Penso – e' l'idea di De Benedetti – che l'indulto serva a poco. Meglio costruire nuove carceri, magari nelle periferie delle grandi citta', mettendo in vendita vecchi penitenziari che sorgono al centro delle citta', penso per esempio a Regina Coeli''.

Sull'eccessiva enfasi che i media danno ai crimini commessi dagli immigrati convergono De Benedetti ed il ministro Kyenge per la quale ''nel rapporto tra immigrazione e criminalita' c'e' un problema di tipo culturale sul quale c'e' molto da fare''.

Per il ministro troppo spesso ''i media danno molta enfasi ai crimini commessi dagli immigrati mentre il crimine non va etnicizzato''. La tesi del ministro e' ''che davanti alla legge si e' tutti uguali'' e che dunque va giudicato il crimine per quello che e', a prescindere da chi lo commette. ''Vanno condannati i reati – ha concluso – non le identita' di chi li commette. Nostro dovere e' combattere la violenza, che sia messa in atto dagli italiani o dagli stranieri"
 

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