in

Disney. Finalmente una principessa nera

Tiana, la protagonista del nuovo cartoon è un’afro-americana che vive a New Orleans nell’era del jazz

Roma – 22 aprile 2009 – Chissà se i fratelli Grimm avevano mai immaginato una principessa nera come protagonista delle proprie fiabe. Probabilmente no, ma ci ha pensato la Disney a modernizzare una delle loro favole più famose, "Il principe ranocchio".

Tiana, afro-americana che vive nel quartiere francese di New Orleans nell’Età del Jazz è la protagonista dell’ultimo cartone animato della Disney, "La Principessa e il ranocchio". Arriva nell’epoca di Obama, dopo che Jasmine (1992) ha emozionato gli asiatici con i suoi tratti mediorientali; dopo che Pocahontas (1995) ha mostrato la sua bellezza di pellerossa; dopo che Mulan (1998) ha commosso le bambine cinesi. Alla lista mancava in effetti un tassello importante, arrivato nei tempi in cui l’America scopre l’importanza della comunità nera.

Il principe però resta bianco, anche per decantare l’amore multientico, mostrando una nuova – ormai consolidata – realtà, quella delle relazioni inter-razziali. È assolutamente innovativo anche il messaggio della storia: non basta un principe per essere felici e contente, ma bisogna riuscire a conciliare anche amore e carriera.

Finalmente anche le bambine di colore potranno avere una principessa con la quale identificarsi. Anche se nel mondo dei più piccoli non esistono razze e tratti etnici. "Non credo che il colore conti qualcosa per i bambini – commenta Stephen Ogongo, direttore di Africa news, nato in Kenya – .Si concentrano di più sulle azioni dei personaggi. Ma sicuramente un po’ di orgoglio ci sarà, perché finalmente abbiamo un personaggio principale, e non un antieroe, un cattivo, come spesso si vede".

"Fa molto piacere – aggiunge Ogongo – vedere che finalmente la Disney introduce un personaggio africano, che tra l’altro richiama tante fiabe africane. In Kenya il ranocchio simbolicamente nasconde qualcosa di bello, che può essere scoperto solo prestando attenzione alle cose non belle che di solito ignoriamo".

"Sicuramente questo cartone farà nascere la voglia di scoprire le fiabe dell’Africa, che a sua volta forse farà scaturire negli editori occidentali la volontà di pubblicare queste favole a livello internazionale. Ce ne sono tantissime da scoprire, e volendo, si possono produrre migliaia di cartoni animati. Questo è anche un modo – osserva Stephen Ogongo – di far conoscere i nostri valori. Visto che Disney lo fa questa volta, probabilmente altre case produttrici seguiranno questa strada, almeno finche durerà l’effetto Obama".

Antonia Ilinova

http://www.youtube.com/watch?v=o0j7EactM9s

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Durban 2: Approvato il testo finale sul razzismo

Libero e gli spari contro i clandestini