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Dopo 3 anni lavorano il 76% dei clandestini

Studio dei ricercatori della Bocconi su 38mila clandestini passati per il "Naga"

ROMA, 3 marzo –  Dopo tre anni dall’ingresso in Italia, il 76% dei clandestini ha un occupazione, anche se saltuaria ed in ‘nero’.

Il dato, reso noto dall’ufficio stampa della Bocconi, emerge dallo screening su 38mila immigrati clandestini passati per il Naga, associazione di volontari che offre assistenza anche sanitaria con sede solo a Milano e, nonostante l’alto numero di persone contattate, non ha quindi valenza di sondaggio nazionale.

Il tasso di occupazione – rilevano i ricercatori – e’ superiore sia a quello della popolazione italiana (58%) che lombarda (67%), buono anche il livello di istruzione (10% laureati, 50% diplomati), mentre decisamente al di sotto degli standard italiani e’ la condizione abitativa dei clandestini: il 14% delle donne vive presso il datore di lavoro (badanti e colf), l’8% degli uomini ed il 4% delle donne e’ senza fissa dimora, la grande maggioranza degli altri vive in situazioni di sovraffollamento con una media di 2,2 persone per stanza contro lo 0,7 di media della citta’ di Milano.

Gli immigrati irregolari hanno livelli di istruzione e tassi di occupazione paragonabili a quelli degli italiani, ma vivono in condizioni abitative lontanissime dagli standard nazionali.

"L’analisi dimostra con evidenza – dice Pietro Massarotto, presidente del Naga – come la principale carenza dell’attuale sistema sia costituita da un meccanismo legislativo preconcetto e macchinoso, che impedisce la regolarizzazione dei cittadini immigrati una volta che già si trovino sul territorio italiano. L’approccio restrittivo nega a soggetti di fatto già inseriti di ottenere il permesso di soggiorno, relegandoli nella clandestinità".

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