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In Italia un milione di badanti, oltre il 60% lavora in nero. I dati della ricerca Acli Lombardia

Roma, 27 aprile 2021 – Oggi le badanti sono molto più anziane, sono meno disposte a convivere e all’assistenza notturna, provengono un po’ di più dall’Est Europa, ma molto meno dal Sud America.

È questo lo scenario del fenomeno che conta quasi un milione di persone di cui il 60% lavora in nero scattata dalla ricerca realizzata da Acli Lombardia con il sostegno e contributo da parte di Fondazione Cariplo. I risultati dello studio su come sono cambiate in questi anni, e soprattutto dopo oltre un anno di pandemia le badanti sono stati presentati il 21 aprile nel corso di una conferenza online.

Quello cui ci troviamo di fronte è un mercato maturo e segmentato perché differenziato per età, disponibilità al tipo di lavoro, esperienza, prospettive. Molto più che in passato intendono continuare a svolgere questo lavoro, di cui sono mediamente soddisfatte, ma come in passato sono incerte su quanto durerà la loro permanenza in Italia.
Una presenza che rimane lontana dai servizi sanitari e sociali: solo una badante su dieci è iscritta a un registro delle assistenti familiari. Una presenza anche incline all’uso di nuove tecnologie, telemedicina, telecontrollo, ma piuttosto refrattaria a essere collocata in contesti organizzati, come nel caso della badante di condominio.

“Le Acli, insieme agli altri soggetti sociali, si sono battute in questi anni per la tutela di un ambito caratterizzato ancora da alti tassi di fragilità e precarietà, elementi resi ancora più critici da quest’anno di emergenza pandemica, che, come sappiamo, insieme ad anziani e non autosufficienti, ha impattato duramente su caregiver e assistenti familiari”, ha commentato Martino Troncatti, presidente Acli Lombardia.

I DATI DELLA RICERCA

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