Roma, 3 gennaio 2023 – “Un signore in auto, allo scattare del semaforo, mentre io invece aspettavo il verde per attraversare la strada, si è sentito in obbligo di gridarmi con malcelata veemenza: “Portateli a casa tua i migranti!”. E, girato l’angolo, si è dileguato”. Inizia così il racconto di Fabio Fazio, il conduttore di Che Tempo Che Fa, sul blog che cura su Oggi.it. Un episodio che ha vissuto in prima persona, e che lo ha costretto a controbattere per la superficialità con cui sono state dette le parole dallo sconosciuto.
Migranti, Fazio: “La mia risposta a Gianpirla”
Fabio Fazio stava attraversando la strada quando un uomo gli si è avvicinato per invitarlo a portare i migranti a casa sua. “Un signore in auto, allo scattare del semaforo, mentre io invece aspettavo il verde per attraversare la strada, si è sentito in obbligo di gridarmi con malcelata veemenza: “Portateli a casa tua i migranti!”. E, girato l’angolo, si è dileguato. Era un po’ che non succedeva. “Portateli a casa tua” è complementare al più abusato “Aiutiamoli a casa loro” che ormai è diventato quasi un luogo comune”, ha raccontato il conduttore su Oggi.it. Dopo aver ironizzato sottolineando come fosse un “passo avanti” averli definiti “migranti” e non “carico residuo”, però, Fazio ha fornito anche la sua replica.
“Vorrei dire a quel signore che chiameremo con un nome di fantasia…Gianpirla, che la mia casa così come la sua è assolutamente la stessa. È l’Italia. Gianpirla si deve rassegnare: siamo vicini di casa. Considerare l’immigrazione un fatto privato da risolvere all’interno del proprio appartamento o, per meglio dire, da tenere fuori dal proprio appartamento, è semplicemente senza senso e senza buonsenso. […] I barconi della disperazione sono stati definiti nei giorni scorsi da Salvini nientemeno che “viaggi organizzati”. Secondo l’UNHCR, nel 2021 sono morte o scomparse circa tremila persone nel Mediterraneo tentando di raggiungere l’Europa e più di 21 mila fra il 2015 e il 2017. Caro Gianpirla, sarei stato orgoglioso di poterli ospitare tutti a casa mia che poi, te lo dico ancora una volta, è anche la tua“.
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