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Libia: “Ci mancano i mezzi per fermare i flussi”

Tripoli chiede 300 milioni di euro per controllare le frontiere a sud del paese ROMA, 30 dicembre – La Libia è "preoccupata" per i continui sbarchi di immigrati clandestini, provenienti in gran parte dalla stessa Libia, sulle coste sud dell’Europa e ribadisce di non avere i mezzi logistici per fermare il fenomeno dell’immigrazione clandestina.

Questo è quanto è emerso dalla riunione tecnica sull’immigrazione che si è svolta a Tripoli alla presenza del ministro libico per gli Affari europei Ramadan Bark.

Alla riunione, organizzata dalla presidenza di turno francese dell’Unione europea, erano presenti anche una delegazione italiana ed una maltese, il rappresentante della Ue a Tunisi ed un membro di Frontex, l’agenzia europea per la gestione delle frontiere e esterne. Trecento milioni di euro è quanto ha nuovamente richiesto la Libia all’Unione europea per poter realmente controllare le frontiere desertiche a sud del paese.

A riguardo sono state avanzate dal ministro Bark lamentele nei confronti dell’Unione Europea che non avrebbe ancora dato i fondi previsti a tale scopo nel Memorandum d’Intesa fra la Ue e la Libia firmato a luglio 2007 dal Commissario Ferrero Waldner. Scopo della riunione era ascoltare le richieste e valutare le capacità libiche in tema di gestione, monitoraggio e controllo delle frontiere a Sud del Paese, relativamente al transito di clandestini verso le coste.

Nel corso della riunione il ministro Bark ha sottolineato i buoni rapporti fra Italia e Libia portando ad esempio l’accordo bilaterale sul pattugliamento congiunto delle coste del dicembre 2007 nel quale il Governo italiano si impegnava anche a sostenere con l’Unione europea i programmi di cooperazione con la Libia, con particolare riferimento ai controlli sull’immigrazione clandestina.

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