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Lotta all’odio e razzismo: al Senato nasce una commissione straordinaria. Il centrodestra non la vota

Roma, 31 ottobre 2019 – Nasce al Senato una commissione straordinaria per combattere razzismo, antisemitismo e ogni forma di istigazione all’odio. Ma il progetto voluto da Liliana Segre non ha i voti di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

La mozione della maggioranza che ha il sigillo della senatrice a vita (prima firmataria del testo), è stata approvata con 151 sì, 98 astensioni e nessun no. Il centrodestra compatto non l’ha votata, facendo saltare l’unanimità e provocando l’attacco feroce di Italia viva, Democratici e 5Stelle. Matteo Salvini (in Aula per il voto) si difende in nome del no a razzismo, odio e antisemitismo «senza se e senza ma», accusando però la sinistra di spacciare per razzismo lo slogan sovranista “Prima gli italiani”. E avverte: «Non vogliamo bavagli e stato di polizia che ci riportano a Orwell».

“Speravo che sull’odio in generale il Senato sarebbe stato festante e avrebbe trovato una sintonia generale”, ammette amara Segre. Dopo l’approvazione, l’Aula l’ha applaudita a lungo, tutti in piedi ed Emma Bonino si è avvicinata e le ha stretto la mano. Del resto la vicinanza a parole è stata unanime, specie dopo i tanti insulti ricevuti.

Tuttavia a non convincere il centrodestra, alcuni passaggi del testo. Per FdI, ad esempio, tra le espressioni di odio nella mozione si citano nazionalismo ed etnocentrismo e allora il senatore Giovanbattista Fazzolari osserva: «Così si mette fuori legge Fratelli d’Italia». 

Per la Lega non è in dubbio la buona fede e la storia dell’ex deportata ma il rischio di «un uso strumentale» della commissione. Il capogruppo Massimiliano Romeo in Aula fa qualche esempio: «Sostenere che la famiglia formata da un uomo e una donna è un’espressione di odio rispetto ad altri tipi di famiglia? Dire che l’immigrazione illegale può mettere a repentaglio la nostra civiltà, è odio?». Da qui il no leghista alla proposta lanciata dal Pd di votare un’unica mozione, partendo da quella Segre, per non fare «una classifica» di diversi tipi di odio. 

Ma in Forza Italia c’è chi protesta per il mancato sì: “La mia Forza Italia, la mia casa, non si sarebbe mai astenuta in un voto sull’antisemitismo. Stiamo tradendo i nostri valori e cambiando pelle. Intendo questo quando dico che nell’alleanza di centrodestra andiamo a rimorchio senza rivendicare la nostra identità. Se l’unità della coalizione in politica è un valore aggiunto, essa non può
compromettere i valori veri, quelli che fanno parte della nostra storia”, è il duro commento di Mara Carfagna, vicepresidente
della Camera e deputata di Forza Italia.

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