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Migranti, la denuncia di Open Arms: la Guardia costiera libica ha lasciato morire in mare una donna e un bambino

Roma, 19 luglio 2018 – Ancora orrore nel Mediterraneo. Sono stati ritrovati da parte della nave Ong spagnola Proactiva Open Arms due corpi in mare tra i resti di una barca. Secondo Proactiva Open Arms, la Guardia Costiera Libica avrebbe lasciato morire una donna e un bambino che erano a bordo di un gommone in difficoltà. 

L’organizzazione spagnola ha pubblicato su Twitter le foto dei due corpi in mare, tra i resti di una barca. “La Guardia Costiera libica ha detto di aver intercettato una barca con 158 persone fornendo assistenza medica e umanitaria – ha scritto il fondatore della Ong Oscar Camps – ma non hanno detto che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e hanno fatto affondare la barca perché non volevano salire sulle motovedette”. “Quando siamo arrivati, abbiamo trovato una delle donne ancora in vita”, continua il racconto su Twitter di Camps. “Non abbiamo potuto fare nulla per recuperare l’altra donna e il bambino, che a quanto pare è morto poche ore prima che li trovassimo. Per quanto tempo avremo a che fare con gli assassini arruolati dal governo italiano per uccidere?”.

Il deputato di Europa+ Riccardo Magi punta l’attenzione sul continuo aumento delle morti in mare. Sono sempre meno i migranti che sopravvivono, e per quei pochi fortunati, le condizioni in cui versano sembrano quelle di chi è stato prigioniero in un lager. Magi, che è presidente di Radicali Italiani, è da sempre attivo nel difendere i diritti umani degli immigrati. Nel maggio scorso ha partecipato ad una missione di ricerca e salvataggio proprio a bordo della Astral di Pro Activa Open Arms.

“Ecco il risultato degli accordi con la Libia – dichiara Magi – Non è accettabile ascoltare ancora il ministro Salvini sostenere che i naufraghi salvati vadano riportati in Libia, non è accettabile che l’Italia continuo a fornire i mezzi per questo olocausto”. Secondo il presidente di Radicali Italiani, la scelta di Matteo Salvini di fare accordi con la Libia non è la strada giusta da percorrere. “Non è accettabile ascoltare ancora il ministro Salvini sostenere che i naufraghi salvati vadano riportati in Libia, non è accettabile che l’Italia continuo a fornire i mezzi per questo olocausto” – conclude Magi.

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