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Milano. Sì ai menù etnici a scuola, ma a piccole dosi

Pollo yassa, cous cous e riso alla cantonese, solo in occasioni particolari. Poi si torna alla cucina made in Italy 

Milano – 14 ottobre 2008 – Il menù “etnico” nelle mense scolastiche ha fatto discutere non una volta. Vittima di ‘in’ e ‘out’ continui di numerosi Comuni italiani, sta cercando di assestarsi come una presenza non invadente nelle città più multietniche.

Dopo alcune polemiche dei genitori italiani che qualche anno fa fecero battaglia alle pietanze ‘straniere’, Milano ha detto sì alle ricette straniere, a patto che vengano proposte solo una tantum. I bimbi – o forse piuttosto le famiglie – milanesi si confermano tradizionalisti a tavola e restano saldamente affezionati alla dieta ‘made in Italy’. Ma ora, a quanto pare, più disponibili a sperimentare le cucine tipiche di altri Paesi, purché non diventi un abitudine.

Lo assicura Michele Carruba, presidente di Milano Ristorazione, la società del Comune che gestisce il servizio di mensa nelle scuole primarie e secondarie della metropoli. "Abbiamo osservato che ai piccoli alunni piacciono i piatti etnici – spiega l’esperto in un incontro nel capoluogo lombardo – ma se glieli proponi con una certa frequenza, anche una volta a settimana, reclamano la dieta mediterranea, propria della nostra cultura. Del resto la tradizione alimentare non può e non deve essere soppiantata".

Le diverse culture culinarie saranno dunque proposte in occasioni speciali, come il Festival internazionale dell’alimentazione, in programma il 16, 17 e 21 ottobre. Pollo yassa, piatto tipico del Senegal, il nordafricano cous cous alle verdure e il riso alla cantonese verranno serviti in tutte le mense delle scuole dell’infanzia meneghine. Ma poi si tornerà alla cucina tricolore. E quanto agli alunni stranieri, “ovviamente loro apprezzano l’iniziativa – assicura Carruba – perché l’integrazione passa anche dalla tavola".

L’analoga esperienza capitolina – ‘Ogni mese un paese’ – è stata invece sospesa dall’attuale amministrazione, suscitando una serie di polemiche. Ciò che invece viene rispettato oramai in quasi tutte le scuola italiane sono le esigenze dei bambini immigrati, che per motivi culturali e religiosi non possono mangiare alcuni alimenti. Ad esempio “la Milano Ristorazione – dice Carruba – ogni giorno serve nelle mense scolastiche quattromila diete etico-religiose e sanitarie”.

A.I.

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