Roma, 27 ottobre 2025 – In Italia continua a diminuire il numero dei nati, confermando un trend ormai strutturale che ridisegna profondamente la demografia del Paese. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, nel 2024 sono venuti al mondo 369.944 bambini, con un calo del 2,6% rispetto all’anno precedente: quasi 10 mila nascite in meno.
Nei primi sette mesi del 2025 il bilancio è ancora più preoccupante: le nascite risultano inferiori di 13 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2024, pari a un -6,3%.
Fecondità in picchiata: 1,13 figli per donna
Il numero medio di figli per donna ha raggiunto un minimo storico. Nel 2024 si è attestato a 1,18, in ulteriore flessione rispetto all’1,20 del 2023. La stima provvisoria del 2025 evidenzia una fecondità pari a 1,13, segnale di una tendenza ormai consolidata che riflette l’incertezza economica e sociale, il rinvio delle maternità e il calo dei matrimoni.
Stabili le nascite nelle coppie con almeno un genitore straniero
In controtendenza, restano stazionarie le nascite da coppie in cui almeno un partner è straniero. Nel 2024 queste rappresentano il 21,8% del totale, con 80.761 nati contro gli 80.942 del 2023. Pur mantenendo una sostanziale stabilità nell’ultimo anno, il calo rispetto al 2012 supera le 27 mila unità.
I nati da coppie miste – padre italiano e madre straniera o viceversa – sono 30.168, pari all’8,1% del totale, con un aumento del 2,3% rispetto al 2023. La crescita è più evidente tra le coppie in cui il padre è straniero e la madre italiana (+4,5%).
I nati da genitori entrambi stranieri sono 50.593 (13,7% del totale), in calo dell’1,7% rispetto al 2023, ma con una riduzione meno marcata rispetto a quella osservata tra le coppie italiane (-3,3%).
Nord più fertile grazie alla presenza straniera
La quota di nati da coppie con almeno un genitore straniero è fortemente disomogenea sul territorio. Nel Nord raggiunge il 30,6%, nel Centro il 24%, mentre nel Mezzogiorno si ferma al 9,3%.
Anche considerando i soli nati da genitori entrambi stranieri, la mappa resta simile: 19,1% nel Nord, 15,3% nel Centro e appena 5,7% nel Sud.
Le regioni con la più alta incidenza di nati stranieri sono l’Emilia-Romagna (21,9%) e la Liguria (21,3%). Seguono Lombardia (19,3%), Friuli-Venezia Giulia (18,5%), Veneto (18,4%) e Piemonte (17,9%). Al Centro spicca la Toscana (17,5%), mentre in fondo alla classifica troviamo Sardegna (4,1%) e Abruzzo (10,1%).
Le principali cittadinanze e le scelte dei nomi
Tra i nati con almeno un genitore straniero, al primo posto figurano le coppie con cittadinanza rumena (10.532 nati), seguite da quelle con genitori marocchini (9.448) e albanesi (9.115).
Per la cittadinanza nigeriana, la quasi totalità dei nati (91,1%) proviene da genitori entrambi stranieri, mentre le coppie miste sono più frequenti tra gli ucraini (52,9%), con quasi la metà dei casi in cui la madre è ucraina e il padre italiano.
La cittadinanza tunisina registra invece la quota più elevata di padri stranieri in coppia con madri italiane (17,1%).
I nomi più diffusi tra i nuovi nati stranieri
I bambini stranieri nati in Italia si chiamano soprattutto Rayan, Adam, Amir, Liam, ma anche Matteo e Leonardo. Tra le bambine, prevalgono Sofia, Sara e Amira.
Le preferenze variano per cittadinanza:
- I rumeni tendono ad adottare nomi italiani come Matteo, Luca, Leonardo, Sofia, Melissa ed Eva Maria.
- Gli albanesi mantengono nomi tradizionali per i maschi (Amar, Liam, Aron) e più internazionali per le femmine (Luna, Emily, Amelia).
- I marocchini prediligono Adam, Amir, Rayan per i maschi e Amira, Sara, Nour per le femmine.
- I genitori del Bangladesh scelgono Abdullah, Ayan, Anas e Anabia, Sara, Inaya, Anaya.
Un Paese che cambia
L’analisi dell’Istat fotografa un Paese che invecchia rapidamente e in cui la presenza straniera contribuisce a mantenere vivo il ciclo delle nascite, soprattutto nelle aree del Centro-Nord. Tuttavia, anche tra le famiglie di origine straniera si osserva una progressiva convergenza verso i comportamenti demografici italiani, con un numero di figli in calo e una crescente integrazione culturale, testimoniata anche dalla scelta dei nomi italiani per i neonati.
L’Italia si trova così davanti a una sfida decisiva: invertire la tendenza del declino demografico e riconoscere il ruolo fondamentale delle comunità straniere nel futuro del Paese.


