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Ravenna, la testimonianza di un migrante sbarcato: “Non potevo più stare nell’incertezza di sopravvivere”

Roma, 11 aprile 2024 – Ieri mattina, poco dopo le 7, la nave di soccorso Life Support di Emergency ha attraccato al molo della Fabbria Vecchia di Ravenna, portando con sé 202 migranti salvati in acque internazionali al largo della Libia all’alba del 5 aprile. Per prime sono approdare a terra le famiglie, molte con bambini piccoli, seguite dai minori non accompagnati e dagli adulti. Un bambino, nel suo entusiasmo, è sceso dalla nave con un salto dal gradino più basso della scaletta di ferro, mentre altri bambini sorridevano toccando finalmente terraferma.

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Migranti, arrivati a Ravenna i 202 profughi salvati

Le procedure di accoglienza, già consolidate dai precedenti sbarchi a Ravenna, sono state seguite con precisione. I medici dell’Usmaf hanno effettuato i primi controlli a bordo, garantendo assistenza medica immediata. Successivamente, i migranti sono stati trasferiti in gruppi al circolo canottieri della Standiana, dove la Croce Rossa ha continuato le valutazioni sanitarie. Nonostante i cinque giorni di viaggio, i passeggeri sono arrivati in condizioni discrete, sebbene stanchi e provati. Fortunatamente, uno dei giovani soccorsi, trovato privo di sensi nella stiva di una delle imbarcazioni, è stato stabilizzato con successo.

Tra i passeggeri c’è anche un uomo siriano di 44 anni che ha raccontato la sua storia di fuga dalla guerra civile. “Ho deciso di lasciare Homs, la mia città, perché non potevo garantire la sicurezza dei miei figli. Homs è stata una delle città più colpite dalla guerra civile, e non potevo più vivere nell’insicurezza”, ha raccontato a bordo. Il suo racconto illustra il dramma vissuto da molte famiglie costrette a lasciare tutto alle spalle in cerca di un futuro migliore.

I migranti, poi, sono stati distribuiti tra i centri delle diverse province della regione, con 17 di loro destinati a rimanere a Ravenna. Le 202 persone soccorse provengono da Bangladesh, Egitto, Eritrea, Ghana, Pakistan, Palestina e Siria, testimoniando la diversità dei contesti di provenienza e delle sfide affrontate durante il viaggio verso l’Europa.

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