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Regolarizzazione 2020, a che punto sono le pratiche

Roma, 30 luglio 2021 – Al 1 giugno 2021 solamente il 14% delle domande di regolarizzazione del 2020 sono state esaminate. Dalla loro analisi, sono emersi pochissimi permessi di soggiorno. Proprio per questi motivi il tema sta tornando all’ordine del giorno, in particolare grazie a un nuovo monitoraggio realizzato da Ero straniero – L’umanità fa bene, una campagna formata da Radicali Italiani e altre associazioni nazionali.

Regolarizzazione 2020, solo il 14% delle pratiche analizzate al 1 giugno

Secondo il monitoraggio, a maggio, delle oltre 200 mila domande presentate sono stati rilasciati mano di 30 mila permessi di soggiorno. In alcune città, poi, la situazione è particolarmente critica. A Roma, per esempio, su un totale di circa 16 mila domande solo 2 sono arrivate alla fase conclusiva. A Milano, invece, rispetto a oltre 26 mila domande presentate, sono stati rilasciati poco più di 400 permessi. “Nonostante i piccoli passi in avanti rispetto a due mesi fa non possiamo che esprimere nuovamente la nostra preoccupazione per il grave ritardo in cui versa l’esame delle domande. Tale ritardo, nella realtà, significa precarietà e incertezza per decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici presenti nel nostro paese, da un punto di vista sociale e sanitario. Ancora una volta, dunque, ribadiamo la richiesta al governo di intervenire immediatamente per velocizzare l’esame delle domande e portarle a conclusione.

Al Parlamento continuiamo a chiedere, invece, un intervento a lungo termine che favorisca legalità e integrazione. Senza bisogno di sanatorie, come previsto nella proposta di legge di iniziativa popolare della campagna Ero straniero, ferma in Commissione affari costituzionali della Camera da oltre un anno”, hanno spiegato i promotori. Durante il periodo dell’emergenza sanitaria, la situazione di coloro che non possiedono un permesso di soggiorno è diventa ancora più difficile. L’accesso al sistema sanitario e alle vaccinazioni infatti, è più complicato per questi cittadini.

Proprio per questi motivi, ora i promotori chiedono al ministero dell’interno di accelerare le pratiche di regolarizzazione 2020. “Continuiamo a chiedere a governo e Parlamento un intervento a lungo termine che permetta di ampliare le maglie della regolarizzazione e favorire legalità e integrazione. A partire da uno strumento di emersione sempre accessibile, senza bisogno di sanatorie. Che dia la possibilità a chi è già in Italia e rimane senza documenti di regolarizzare la propria posizione se ha la disponibilità di un lavoro o è radicato nel territorio. E, più a monte, nuovi meccanismi di ingresso per lavoro o ricerca lavoro”.

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